Francesco Amoroso per TRISTE©
È il senso di precarietà a pervadere ogni singola nota che esce fuori dai solchi degli album di Elliott Smith. Quel senso di precarietà con cui siamo costretti a fare i conti tutti i giorni della nostra esistenza.
Potrei fermarmi davvero qui. Perché dire qualsiasi altra cosa sulle canzoni di Elliott Smith e sui suoi album mi risulta, in qualche misura, difficile e doloroso. E inutile.
La sua voce indifesa e le sue fragili melodie, accompagnate alla difficoltà della sua vita e alla sua tragica, quasi inverosimile, fine, dicono già dell’artista americano più di quanto qualsiasi (sedicente) critico musicale potrebbe dire. Basta l’ascolto di pochi minuti di uno dei suoi brani per comprendere immediatamente che Elliott era, per dirla all’americana, The Real Thing.