
Matteo Maioli per TRISTE©
Spazio Marte è un luogo multifunzionale a cinque minuti dalla Stazione Ferroviaria di Cesena, pensato per teatro e arti visive ma che ultimamente ha ospitato concerti di band come i Phat Dat grazie all’associazione Retro Pop Live. E qui si svolge l’ultima data del tour italiano di Any Other, che in Aprile porterà il suo terzo disco, Stillness, Stop: You Have A Right To Remember (42 Records) in Germania, Francia e Regno Unito – giustificando, se ce ne fosse bisogno, l’ottimo riscontro critico avuto su testate quali Bedroom Disco e Uncut.
Arrivo intorno alle 21.15 in tempo per l’esibizione della giovanissima Virginia Tepatti, che con il moniker Tutto Piange! offre canzoni intimiste tra soffici melodie e una voce ammaliante e calda: “Non è divertente” è la prima fermata di un percorso che, crediamo, le darà soddisfazioni. Non a caso Adele Altro la farà ritornare sul palco per una versione da brividi, l’una a completare lo stile dell’altra, di “The Waiting” di Angel Olsen, dal debutto dell’artista del North Carolina “Half Way Home” datato 2012.

Passiamo dunque alla cantautrice milanese, che oggi suona insieme a Marco Giudici (suo produttore) al basso, Giulio Stermieri alle tastiere, Nicholas Remondino a batteria e percussioni e Arianna Pasini, ex Manuel Pistacchio, a chitarra e synth.
Si comincia nell’abbraccio della formazione che esegue una Second Thought inizialmente minimale (In the places I longed for/The reflection of what I’ve got/Terrifies me as an insect on the windowsill/Bumping on the glass outside) che diventa poi graffiante quando Altro imbraccia la chitarra in squarci à la St. Vincent, che si ripeteranno più avanti nel set. Stillness, Stop vive di un arrangiamento sospeso tra piano-jazz e folk, mentre Walkthrough decolla nell’essenzialità del suo giro chitarristico con l’interpretazione di Adele, che confesserà di essere febbricitante su Capricorn No, numero soul salutato da un grande entusiasmo e, al pari di Awful Thread, tra i suoi brani più catchy.
If I Don’t Care, sempre dall’ultimo lavoro, porta in dote il rispetto per l’ultima ondata di artiste folk-rock made in U.S.A. come Sharon Van Etten e Julien Baker. Ulteriori highlights una catartica Mother Goose per chitarra acustica e voce, da Two Geography, e Something dal primo album Silently. Quietly. Going Away (Bello Records, 2015), la più up-tempo del lotto e un inno da cantare, tra Delgados e Built To Spill.
Non dimenticherei Need Of Affirmation, pregevole composizione nella quale è insito tutto il senso del nuovo album, ovvero la necessità e la volontà di andare a recuperare una serie di ricordi dimenticati e rimossi per vivere il presente, perché ce ne sono anche di belli e non lo sapevamo.
Viaggiando forte dentro sé stessi – per citare un brano del passato recente dell’artista – si esce dall’impasse e dalle difficoltà, e questo Adele Altro sa trasmetterlo come nessun altro, guardando ogni suo ascoltatore dritto negli occhi e facendo cose incredibili con una naturalezza e una bravura che in Italia sono più uniche che rare.
La Playlist:
Second Thought
Stillness, Stop
Walkthrough
Zoe’s Seed
Awful Thread
If I Don’t Care
Capricorn No
The Waiting (Angel Olsen cover)
Mother Goose
A Grade
Traveling Hard
Geography
Need Of Affirmation
Something
Extra Episode
Sonnet #4