Di parole per gli album che più ho amato nel 2021 ne ho spese anche troppe (qui), ma sarebbe stato un peccato non segnalare anche per gli e.p. che, nell’anno appena trascorso, hanno catturato la mia attenzione e mi hanno permesso di conoscere tanti nuove proposte musicali o di approfondire la conoscenza di quelle che già in altre occasioni mi avevano conquistato. L’elenco è (per fortuna?) ben più stringato (anche nelle chiacchiere) di quello relativo agli album e sono stato rigido nell’inserire solo uscite con non meno di quattro brani e non più di sette.
Con qualche giorno di ritardo, anche io mi accingo a tirare le somme di questo 2021 di ascolti (che tanto si sa, entro l’Epifania, o poco oltre, vale ancora tutto). Togliamoci dunque subito il dente: quanti e quali dischi mi resteranno di questo 2021? La risposta è due, As days get dark degli Arab Strap e Back to Monodei Courettes.
Nel primo caso si parla per me di veri fuoriclasse. Un disco cupissimo, ma sempre tirato avanti a ritmi sostenuti, che in più di un’occasione mi ha fatto pensare agli Afghan Whigs dei tempi d’oro o ai dimenticati Whipping Boy, se non addirittura, per un certo approccio sermonesco al cantato, ai Current 93 di Island (per credere, confrontare con Crowleymass Unveiled).
La fine di un anno è sempre sinonimo di riepilogo e bilancio. Giunti in fondo ci si ritrova a fare conti, valutazioni, a volte buoni propositi e arriva immancabile anche il momento di proporre un resoconto degli ascolti più assidui cercando di mettere in fila i dischi che più ci hanno fatto compagnia. Non una classifica – malgrado mi ritrovi a stilarne, continuo a considerarle pretestuose e poco rilevanti – ma un semplice elenco di itinerari sonori apprezzati particolarmente che andranno a sommarsi a quelli che di anno in anno continuano ad essere presenti.
Di seguito un elenco, il più possibile ordinato (e dunque disordinatissimo) di cose, fatti e persone sentite lette e viste nel corso 2021 e che, sperabilmente, mi porterò dentro nel 2022.