Francesco Amoroso per TRISTE©
Ho un’insana passione per l’indie “esotico” e per tutta la musica di matrice anglosassone, in particolare quella dei primi anni ottanta (e non poteva essere altrimenti) interpretata e suonata da band le cui sonorità dovrebbero, di norma, esplorare lidi sonori diversi.
Probabilmente è perché mi diverte e mi emoziona ascoltare artisti provenienti da tutto il mondo accomunati dalla passione comune per certi suoni: le chitarre scintillanti, le linee di basso profonde, le ritmiche incalzanti e le melodie cristalline.
Nel corso degli anni ho ascoltato e scoperto band filippine, indonesiane, cinesi, ceche, sudamericane (per non parlare di francesi e italiane) che sfoderavano con passione e notevole attitudine le loro canzoni a presa rapida, melodiche, malinconiche e sognanti, incuranti della distanza che le separava sia dalla terra che questi suoni ha visto nascere, sia dall’epoca in cui hanno preso forma.