Francis Gri – Argine

Peppe Trotta per TRISTE©

La musica pensata come rifugio, oasi confortevole in cui immergersi per lenire ogni sofferenza e mitigare gli affanni del vivere.
Questa peculiare declinazione del suono è sempre più alla base del verbo ambient di Francis Gri e si rinnova alla comparsa di ogni suo nuovo itinerario innescando placide derive in paesaggi emozionali sempre profondamente avvolgenti.
Non si discosta da tale approccio Argine, percorso elettroacustico fatto di armonie morbide e riverberi luminescenti immersi in un substrato cangiante che rispecchia i moti contrastanti di un animo alle prese con un momento complesso.

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Little Simz – No Thank You *** Stormzy – This Is What I Mean

Carlotta Corsi per TRISTE©

Ho sempre pensato che fosse facile riuscire a mantenere la “rotta”, con le persone giuste al proprio fianco.

Ad aprile del 2022 Simbiatu Abisola Abiola Ajikawo a.k.a Little Simz, ha rilasciato un comunicato stampa dove dichiarava che il tour negli Stati Uniti era stato cancellato per problemi finanziari. 
Non nego che ho dovuto rileggere l’articolo almeno un paio di volte, non riuscivo proprio a capacitarmi di come fosse possibile. 

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Shirley Hurt – Shirley Hurt

Francesco Amoroso per TRISTE©

“E poi diciamolo: in questo mondo è difficile pensare a chiunque come a una persona vera. Sono tutte immagini su qualche schermo. Perfino quelli che conosciamo di persona alla fine si riducono a un’immagine su uno schermo, quando interagiamo con loro e con i loro account sui social“.
“Se credessimo a tutti, se credessimo davvero che gli altri esistono, allora dovremmo preoccuparcene. Dovremmo cambiare le nostre vite.”

(Jason Mott – Che razza di libro!)

Crediamo di conoscere gli altri ma, come diceva il cupo Robert Smith tanti anni fa, “no one ever knows or loves another“. L’ottimistico adagio vale ancora di più per gli incontri che si fanno online (per non parlare delle situazioni sentimentali che nascono in rete).
Conosciamo e ci innamoriamo di un’icona, un’immagine un simulacro di qualcuno che non siamo esattamente sicuri chi sia veramente o se esista, addirittura.
Eppure la nostra fiducia rimane sempre piuttosto salda, nonostante tutto. Ai limiti della credulità. Crediamo e, allo stesso tempo, siamo scettici su tutto. Gli altri esistono finché ci sta bene che esistano. Quando diventano un problema, in fondo, basterà cancellarli, con un click.
Quando ho letto, nel mio perpetuo vagare in rete in cerca di nuova musica eccitante, che c’era una promettente artista all’esordio il cui nome era Shirley Hurt, nell’ascoltare le sue prime canzoni mi sono stupito di come il suo cognome si adattasse perfettamente ai testi, senza che mi sia passato per la testa che quello fosse un nome d’arte. Che dietro quelle canzoni sincere, ci fosse, comunque, una piccola messa in scena.
Ma, si sa, crediamo a ciò a cui vogliamo credere.

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Open To The Sea – Tales From An Underground River

Peppe Trotta per TRISTE©

Catania è la città della lava, del barocco, del “liotru”, area che connette le pendici dell’Etna al mare offrendo paesaggi cangianti profondamente suggestivi. Tutto ciò è noto e visibile, percepibile con immediatezza a chi si ritrova ad attraversarla. Meno risaputo è che tra le sue viscere scorre un fantasma silenzioso e sotterraneo che appare solo in alcuni scorci a testimonianza di un passato ormai lontano. È il fiume Amenano che prima di essere seppellito dall’eruzione del 1669 riforniva di acqua – connettendola –   l’intera città di Catania, protagonista di una storia ricca di mistero.

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Micah P. Hinson – I Lie To You

Francesco Amoroso per TRISTE©

Può una voce poco più che ventenne trasmettere il dolore di una vita vissuta pericolosamente, la passione che un cuore in inverno ha provato e perduto, le sigarette fumate in una lunga vita? Se ritenete che la risposta sia no, allora non avete ascoltato la voce di Micah Paul Hinson. Non è un caso che le corde vocali del giovane cantautore del Tennessee riescano a trasmettere tutto ciò: Micah, infatti, prima di arrivare ai vent’anni, aveva già alle spalle una biografia degna di un vissuto outlaw.”
Così iniziava, quasi nove anni fa, il mio tentativo di raccontare la carriera di uno dei cantautori americani più amati degli ultimi tempi, almeno in Italia.
Era almeno un decennio, in quel momento, che Hinson, con cadenza biennale circa, ci raccontava della sua vita e dei suoi affanni e, fino ad allora, non aveva perso un colpo. Anzi: sei album e sei colpi dritti al centro del petto.

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