Keeley Forsyth – Photograph

Peppe Trotta per TRISTE©

Esistono flussi creativi di rara intensità destinati a rimanere ignoti, celati sotto uno strato spesso e inviolabile che li contiene e argina senza farli mai affiorare. Ma a volte questo vitale magma riesce a raggiungere un varco, a scavare una breccia continuando a incidere con lenta e determinata costanza la superficie che lo imprigiona. E quando ciò accade il suo scorrere diventa palese ed inarrestabile.

Nella profondità dell’animo di Keeley Forsyth è stata la musica ad essere coltivata e trattenuta per anni, almeno fin quando all’inizio di questo strano anno non è riuscita a cristallizzarsi in un’opera prima di struggente intensità, che traduceva in parole e suono gli echi di un lungo frangente di oscura sofferenza interiore.

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The Avalanches – We Will Always Love You

Carlotta Corsi per TRISTE©

E se vi dicessi che questo è il disco di cui avevamo bisogno?

Qualche giorno fa ero al telefono e come la maggior parte delle volte quando parlo con il mio ragazzo finiamo a discutere sempre delle stesse due cose: cinema e musica.
Inutile dirvi che sembra un troll immenso, ma è davvero così.
A differenza sua, il mio immaginario è cresciuto con la stimolazione della musica, mentre lui ha sempre avuto una predilezione per l’immagine e per l’emozione che un’opera cinematografica sa portare.

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Plantman – Days Of The Rocks

Francesco Amoroso  per TRISTE©

Esistono alcuni termini inglesi di cui sono innamorato da sempre. Termini che, se tradotti in italiano, perdono parte del proprio significato, delle loro sfumature, spesso il senso stesso.
Uno di questi termini è effortless che sarebbe banale tradurre con “senza sforzo” o “facile”, ma che, almeno alle mie orecchie, non di esperto ma di semplice appassionato dell’idioma albionico, ha un significato più profondo: è riferito a qualcosa che riesce sì senza sforzo, ma anche quasi senza tentare, a un risultato che si raggiunge con naturalezza e con piacere e gioia.

Mi è venuta ancora una volta in mente questa parola bellissima, ascoltando “Days Of The Rock”, il nuovo album di Matt Randall, in arte Plantman, uscito a sorpresa (era da tempo che Matt ne parlava, ma sembrava che la data di uscita non dovesse arrivare mai) solo qualche giorno fa.

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Ben Eisenberger – Soloists

Francesco Amoroso  per TRISTE©

“You know that I’m a wanderer/
I fixate on uncertainty/
But everywhere I go, I carry you with me/

How’s it there in your hometown 10,000 miles across the sea/
Just hoping that you know/

you’re everything to me.”

Quando ero bambino rimasi terribilmente affascinato dalla storia di quel soldato giapponese cui, verso la fine della seconda guerra mondiale, era stato ordinato di ostacolare l’avanzata nemica su un piccolo atollo perso in mezzo al Pacifico e di non arrendersi, a costo della sua stessa vita. Non avendo più ricevuto alcun ordine o alcuna notizia, il soldato giapponese continuò a combattere, prima con alcuni commilitoni e poi da solo, fino al 1974 quando il suo diretto superiore si recò sull’isola per convincerlo ad arrendersi e lo riportò in Giappone, dove venne accolto con tutti gli onori dal governo del proprio paese.

Mi è tornata in mente questa storia che mi ha sempre risuonato nel cervello, ascoltando “Soloist”, il nuovo lavoro del musicista di Omaha Ben Eisemberger, che ho pescato, quasi per caso, tra le centinaia di segnalazioni e richieste di ascolto che ci giungono ininterrottamente.

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Nick Cave – Idiot Prayer: Nick Cave Alone at Alexandra Palace

Francesco Amoroso  per TRISTE©

Quanto tempo è trascorso dall’ultima volta che avete visto un concerto dal vivo?
Per quanto mi riguarda lo so esattamente: tra dieci giorni saranno trascorsi 10 mesi.
Tra i tanti tour annullati, saltati, rimandati, in questo lungo tempo ho perso anche l’occasione di rivedere dal vivo Nick Cave, che sarebbe dovuto passare dalle mie parti questa estate. E, invece, anche Cave e i suoi Bad Seeds hanno, naturalmente, dovuto annullare le tappe europee e americane del loro tour mondiale, che si preannunciava come una produzione spettacolare che avrebbe incluso addirittura un coro gospel al gran completo.

Come hanno fatto tanti artisti molto meno noti e quotati di lui, anche Nick, tuttavia, ha pensato bene di alleviare la nostra attesa e ammannirci un succedaneo della sua performance live (di solito profondamente coinvolgente e trascinante).
Naturalmente (e non poteva essere altrimenti, visto che il buon Nick è uno che si prende sempre piuttosto sul serio) non si è limitato a mezz’ora di live dal suo tinello, ripreso con una telecamera fissa e un microfono da cinquanta euro, ma ha fatto, come solito suo, le cose in grande.

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