JFDR – Museum

Peppe Trotta per TRISTE©

Non è raro per un artista ritrovarsi all’indomani della realizzazione di un’opera importante di fronte ad un improvviso vuoto, una stasi che vede prevalere una sorta di indolenza creativa. Dopo aver assecondato la propria vena ecco sopraggiungere il blocco e trovare un modo per superarlo diventa una necessità. È esattamente ciò che è accaduto a Jófríður Ákadóttir dopo aver pubblicato nel 2020 New Dreams, secondo tassello della sua carriera solista sotto il moniker JFDR, intrapresa a partire dal 2017 con la pubblicazione di Brazil e con alle spalle le esperienze condivise con la gemella Ásthildur come Pascal Pinon  e la militanza nel trio Samaris.

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(Make Me A) TRISTE© Mixtape Episode 114: Panic Pocket

Panic Pocket (©Carl Farrugia)

Panic Pocket are long-term BFFs Sophie Peacock (synth and vocals) and Natalie Healey (guitar and vocals). They formed the band in 2017 for London’s First Timers Festival and soon became a DIY sensation, releasing their debut EP Never Gonna Happen with Reckless Yes in 2019.
Panic Pocket are recognised for their cathartic musical storytelling, wry sense of humour and undeniable charm. For their first album, Mad Half Hour (out tomorrow, May 26th), the British duo have found a new home at Amelia Fletcher and Rob Pursey’s Skep Wax. Expect indie-punk-pop exuberance, monster hooks, killer harmonies and lyrics that are so truthful they hurt. “Me and Rob first heard Panic Pocket during lockdown and played their first single again and again.” says Skep Wax co-founder Amelia Fletcher (Heavenly/Catenary Wires/Swansea Sound) of their newest signing. “We were delighted that they wanted to do their first album with us – and agreed to play live with us at the Heavenly shows in May. Panic Pocket know how to turn anger and humour into brilliant pop songs.”

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The Golden Dregs – On Grace & Dignity

Francesco Amoroso per TRISTE©

Non fate che dire la verità,
e questo è ingiusto
(Fedor Dostoevskij – L’idiota)

Se la frase in esergo vi sembra un paradosso vi invito a rileggere il romanzo da cui è tratta.
La verità, nuda e cruda, è quasi sempre priva di compassione, non ha a che vedere con i sentimenti, con l’umanità, con la dignità e, tanto meno, con la grazia.
La verità ha sempre bisogno di essere un po’ edulcorata per essere accettabile e, spesso, ha bisogno di essere ben celata perché può risultare davvero troppo difficile da digerire.
Quando Benjamin Woods ha perso il suo lavoro nel 2020, a causa della pandemia (pare lavorasse in un bar all’interno della Tate Modern), è dovuto tornare a vivere con i suoi genitori, a Truro, in Cornovaglia e, nel pieno del desolato e umido inverno, si è messo a spalare fango in un cantiere edile. Scrivere un album su questa esperienza, filtrata da fango e pioggia, rimuginando sulla perdita dell’innocenza e sulla durezza della vita sarebbe stato scrivere di verità e, per questo, ingiusto. Così come troppo vero (e altrettanto ingiusto, quindi) sarebbe stato raccontare l’infanzia in Cornovaglia, regione piena di contraddizioni, nella quale i turisti sono più numerosi dei residenti e l’inverno è fatto di squallore, solitudine e noia.

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Robert Forster – The Candle And The Flame

Matteo Maioli per TRISTE©

I see her through the ages
She’s a book of a thousand pages
That you can thumb
Images of her are vivid
Her beauty has not withered
From her entrance in chapter one”

Ho iniziato a conoscere meglio Robert Forster leggendo il suo memoir “Grant And I” (Penguin/JImenez, 2016).
È un libro che riprendo in mano spesso, nel tentativo di penetrarne meglio i segreti, per colpa del mio inglese arrugginito, ma quando lo faccio finisco sempre per pensare sia tutto già detto già nelle canzoni che Forster ha scritto, da solo e con The Go-Betweens: brani magnifici, talvolta arrabbiati, intensi, pieni di sfumature e emozione.

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Andy Rourke: This Charming Man

Francesco Amoroso per TRISTE©

E adesso come faccio a spiegare alle persone che mi circondano che oggi per me è un giorno davvero triste? Come potrei far loro comprendere che la scomparsa di un uomo di cinquantanove anni, portato via prematuramente dal solito maledetto cancro, uno che non ho mai incontrato e che non sapevo (e neanche mi chiedevo molto) che fine avesse fatto, ha avuto un impatto così forte su di me?
Davvero non saprei come spiegarlo a parole, ma Andy Rourke se n’è andato e mi sento molto triste.

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