Francesco Amoroso per TRISTE©
A me la storia che il rock sia solo o soprattutto trasgressione non mi ha mai convinto del tutto.
Che sia nato come una musica che scompaginava la pace dei benpensanti e dei borghesi legati a valori stantii e (soprattutto) posticci non ci piove.
Ma se fosse rimasto solo questo, probabilmente non avrebbe torto chi, da decenni, va blaterando che il Rock (inteso come movimento artistico trasgressivo, come volontà e necessità di “Épater la bourgeoisie“) sia da tempo morto e sepolto.
Vestirsi di piume di struzzo, portare i capelli lunghi, cantare ricoperto di paillettes o distorcere un paio di chitarre e dire qualche parolaccia sono ormai diventati atteggiamenti così conformisti che solo qualche ottuagenario o qualche ragazzino imberbe (e alquanto represso) potrebbero considerarli trasgressivi.
Tuttavia la musica alternativa (alternativa a cosa poi?) continua a contenere, almeno nelle sue espressioni più valide, uno spirito dirompente, la capacità di affrontare argomenti spesso scabrosi senza peli sulla lingua, il coraggio di raccontare la vita così come è, senza doverla necessariamente edulcorare e rendere accettabile.
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