The Hives – The Death Of Randy Fitzsimmons

Sempre in uniforme, sui vari palchi estivi sudano come tocchi di burro senza mai, dico mai, togliersi la giacca. Il cantante spreca tutto il fiato in lunghe declamazioni demenziali per poi sfiatare sulle canzoni. Annunciano l’uscita del nuovo disco con un video di un carro funebre che sgomma sull’asfalto.
Make the Hives album again” era scritto sul penultimo stock di merchandising della band svedese e l’hanno fatto. Dopo dieci anni sono tornati gli Hives e io non potrei essere più felice.

Il titolo The Death of Randy Fitzimmons allude all’autore immaginario dei pezzi della band (un tale Randy Fitzimmons per l’appunto, probabilmente inventato, ma chissà che non ci sia un legame con la sostituzione al basso di Dr. Matt Destruction…) e lo spirito del disco si riassume nell’idea, più volte già esposta dai cinque di Fagersta, che il rock non può essere “adulto” e l’unico modo per farlo bene è essere scemi fino all’osso. Ma questo potete leggerlo ovunque su internet, dunque andiamo oltre.

Bogus Operandi, in apertura, si attesta come nuovo pezzo di punta della band elevandola allo stato dei grandi circensi del rock, con quel suo “LIKE I SAY – LIKE I SAY – LIKE I SAY – LIKE I SAY – LIKE I SAY” che ricorda le vociacce brutte dei cori dei migliori Ac/Dc*, nonché nel modo in cui Pelle pronuncia quel “You’re gonna think you’ve gone blind” che, ci giurerei, cita il miglior Ozzy Osbourne** . Ovvero come un ragazzino di altri tempi avrebbe fatto le boccacce alla maestra scema.  

(*ovvero quelli tra il 1976 e il 1977, provare per credere. I cori a cui mi riferisco sono chiaramente quelli di Dirty deeds done dirt cheap. E poi ditemi se lo humor e l’idea di punk rock dei qui discussi Hives non viene esattamente da qui)

(**ovvero quello degli esordi solisti con Randy Rhoads. Ah, se l’heavy metal fosse rimasto stato quello! Probabilmente nessuno avrebbe sentito il bisogno di pagliacci minori alla Super Furry Animals)

Countdown to Shutdown, secondo singolo estratto, mette il mondo di fronte a una verità scomodissima: le note saranno pure solo 14, ma ideare nuovi, inediti, riff rock è possibile. Siete voi che non vi siete impegnati abbastanza.

Trapdoor Solution riprende il sound degli esordi della band; Rigor Mortis Radio, sulla falsariga della vecchia Go right ahead, è l’episodio più demenziale, ma forse se la batte con Stick Up, porcata psychobilly in minore, vera perla dell’album.

Insomma sono gli Hives e fanno gli Hives. Ma cosa vuol dire fare gli Hives?

Vuol dire suonare dritti e spigolosi come il contorno di un quadrato, ma lasciando che si senta lo strappo del plettro su ogni singola corda di chitarra. Che cos’è stata la storica Hate to say I told you so se non l’intuizione di avvicinare il garage a Song 2 dei Blur?

Fare gli Hives vuol dire aver portato il garage rock fuori dai suoi vecchi confini 60’s, senza farne però una parodia punk rock. Rinunciare ai classici suoni del genere, introducendo modulatori buffi, cartooneschi. Scegliere gli stessi suoni che avrebbero scelto i personaggi di Alan Ford, mi viene da dire. Come anche gli stessi, immancabili, giochi di parole, interminabile allusioni alla cultura enciclopedica di chi è stato bambino nel Novecento.

Fare gli Hives vuol dire risparmiarsi la solfa melensa delle band “impegnate” o peggio ancora la retorica della riconoscenza, della gavetta, dell’umiltà. Perché si tratta di rock and roll e, allora, è giusto che un disco come The Death of Randy Fitzimmons sia stato annunciato così: “We left the throne for a decade just to prove that we could. No one sat on it, so we did, again. If you are feeling like you are number one, get ready to be number two because we are back! It feels good to have the electricity coursing through our veins once again. All synapses firing in all directions. The unfamiliar combination of words The Hives and New Album finally together again in a way that makes sense and rings true”.

Forse, per avvicinarsi a cotanta band potrebbe essere utile partire dell’unica domanda a cui davvero non esiste risposta: chi è che inventa le barzellette? Lo chiedo a Google, che mi risponde: “Nessuno inventa ex novo una barzelletta: la barzelletta si forma a poco a poco, come elaborazione collettiva, parte da uno spunto […] e si trasforma gradatamente di bocca in bocca diventando una storia compiuta”.

È proprio qui il punto: gli Hives devono concentrare quel lavoro di elaborazione collettiva in cinque persone. Sono sicuro che ideare la goliardata perfetta sia molto – ma molto-molto –  più difficile di mettere in piedi un’opera di arte concettuale. Perché in quel caso ci si appoggia, che so, ai testi di filosofia estetica, o banalmente alla propria spocchia, alle mode dell’ambiente, o perché no, alla scarsa intelligenza o cultura del pubblico. Qui si tratta invece di tirare fuori stronzata assoluta. E badate bene, che sia pure perfettamente inseribile nel filone del rock da grandi palchi.

A proposito, il mese scorso, per la prima volta, li ho visti dal vivo, gli Hives. Aprivano gli Arctic Monkeys, un tempo loro figliocci indiretti (ma erano altri tempi, altri mondi). Howlin’ Pelle, 45 anni, non ha mancato di arringare a noi pubblico romano, e di ricordarci che: “gli Hives possiedono le armi che ci impediranno di ricreare l’impero romano; Ferrari, Lamborghini e  The Hives sono sinonimi di velocità”. Ho riso come uno scemo e poi ho deciso che il valore di questo meme è decisamente relativo.

Dunque qualche giorno fa ho fatto una cosa che non capitava da anni: mi sono recato in un noto negozio di strumenti musicali della capitale per prendere un nuovo fuzz per chitarra. Come ogni adulto responsabile dei propri hobby, avrei potuto sceglierne un pedale di marca rispettabile, investire qualche decina di euro in più e suonare “correttamente”. Invece no, ne ho preso uno che scoreggia fortissimo. Sennò che gusto c’è.

Com’è che cantavano gli Hives in Abra Cadaver?

Wanted to stick an office worker inside of me […] Baaaaad! Baaaaad! They tried to stick a dead body inside of me”.
Alla fine, scherzando scherzando si dice la verità.

2 pensieri su “The Hives – The Death Of Randy Fitzsimmons

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