Rat Columns – Babydoll

Una band fenomenale, o -in questo caso- l’uomo che la guida per mano, la riconosci dalla sua duttilità, come dal potere di raccontare un momento storico e la sensazione che esso crea.

David West con i suoi Rat Columns è in giro da parecchio: io ho conosciuto la sua musica due anni fa con la pubblicazione di Pacific Kiss (Tough Love) innamorandomene all’istante, per poi recuperare l’ugualmente splendido Candle Power del 2017 su Upset The Rhythm: label inglesi, una base operativa tra Perth, New York e Los Angeles.

Questo ultimo capitolo nasce a Perth, città natale di West, in una ex-fabbrica di materassi dismessa di un quartiere industriale, grazie all’aiuto dell’ingegnere del suono Jason Hayles e con le performance di Taylah McLean, Chris Grunwaldt, Scott Payne, Richard Ingham, Cohen Bourgault oltre allo stesso David. Il mix vanta la firma di Mikey Young, ça va sans dire quando parliamo di nuova scena indipendente australiana.

Babydoll alterna momenti di cascate rumorose (Heavenly Assault) a teneri passaggi confessionali quali la title track, non dimenticando l’arte di fare viaggiare con la mente nella bellezza dei panorami di Cerulean Blue.

Bees Make Honey con il suo avant-pop mette voglia di ballare, mentre December narra, secondo West, di “Fallen Stars, mansions on the hill, winter skin in cashmere sweaters, truth in education, love, faith, (im)purity”.
Il mood generale è effettivamente scuro, introspettivo, circolare nella lunghezza e nello sviluppo delle canzoni, che sono dieci nella versione LP (più sette pollici: peccato che i due brani aggiuntivi non si trovino sul loro bandcamp).

Un album, Babydoll, che sarebbe potuto uscire negli anni sessanta –  Jane, I Live For You fa tanto Velvet Underground – o magari nei novanta lontani dai riflettori di Adorable e Levitation.
Ma per fortuna è un classico di oggi.

3 pensieri su “Rat Columns – Babydoll

  1. Pingback: TRISTE© Radio per Indi(e)pendenze 3 | Indie Sunset in Rome

  2. Pingback: Le firme di Triste©: il 2023 di Matteo Maioli | Indie Sunset in Rome

  3. Pingback: Le firme di TRISTE©: Francesco Amoroso racconta il (suo) 2023 | Indie Sunset in Rome

Lascia un commento