Grandaddy – Blu Wav

Quando oramai avevamo perso ogni speranza di riascoltarli, un brano pazzesco dal titolo Watercooler è apparso in rete lo scorso 25 Ottobre, illuminando una stanza (o una notte?) buia in cui Jason Lytle probabilmente ancora piangeva la morte per cancro di Kevin Garcia, bassista dei suoi Grandaddy dal 1992. Nei commenti sotto al video trovo frasi inequivocabili: No one gets the heartbreak of modern life like Jason, Grandaddy is not a band but a feeling. E lancio migliore non poteva esserci per il sesto album dei californiani, a quasi sette anni da Last Place e dopo quella tragedia che aveva di nuovo fermato tutto.

Blu Wav oltrepassa, così, gli steccati dell’indie-rock cercando ispirazione nelle melodie (alt)country, grazie anche alla pedal steel di Max Hart – lo strumento più presente nell’album oltre alla chitarra acustica e al pianoforte di Jason Lytle – e ai mix di Tucker Martin, nashvilliano doc che vanta nomi come Sufjan Stevens, Laura Veirs e Decemberists nel proprio curriculum.
Fin dall’inizio è una raccolta che trasmette emozioni forti, sulle note di Cabin In My Mind, che sembra una outtake di All Things Must Pass ma venata di dream-pop, mentre You’re Going To Be Fine and I’m Going To Hell è più personale e sofferta (“It was one year ago to this day/ You left me alone in a field/ And he picked you up in his new truck/ And since then I still haven’t healed“) con un break ambient che mi ha ricordato i Mercury Rev.

 On A Train Or A Bus è un’altra ballad lentissima, dalle venature quasi gospel; una schizofrenia elettronica la lega a Jukebox App, all’ombra di Neil Young, dove un amante geloso fa i conti con l’ex navigando nei ricordi (“More credits/ Don’t let this go on/ Or I’ll play all our songs”).
Lo strumming di Ducky, Boris And Dart, dagli arrangiamenti più vicini al classico sound dei Grandaddy – definiti all’epoca di The Sophtware Slump i Radiohead americani – ci conduce all’ultimo quarto del lavoro e alla contemplativa Nothin’ To Lose, che a metà strada improvvisamente sveltisce il passo in una fuga che si realizza in Blu Wav Buh Bye, perché Jason ama anche i Durutti Column e il loro modo di dire arrivederci.

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