Herself – Spoken Unsaid

Gioele Valenti, polistrumentista palermitano attivo musicalmente dai primi anni duemila, è un esempio più unico che raro di outsider di qualità che non scende a compromessi e ha più seguito all’estero che in Italia. Già protagonista con i Lay Llamas, negli ultimi tempi si è rivelato al pubblico con due distinti alter-ego, il primo di impronta indie-folk a tocchi noir (Herself) e l’altro maggiormente psychedelic-rock e kraut (Juju).

Continua a leggere

The Libertines – All Quiet On The Eastern Esplanade

Tiziano: A oltre vent’anni di distanza dall’esordio e a quasi dieci dal ritorno del 2015 i Libertines, trovatori erranti sempre in fuga dalla perfida Albione, tornano un nuovo disco. Amico mio, più volte io e te abbiamo parlato dell’influenza della band sulle nostre passate giovinezze, su queste pagine e non solo. Ricordo, a proposito, che all’annuncio del precedente Anthems for Doomed Youth eravamo insieme, in stivali di gomma di Decathlon nel piovoso Galles. Nei giorni successivi notammo nei supermercati le scatole Yorkshire Tea dedicate ai nostri eroi, ma da pavidi tirchi quali siamo, non ne comprammo nemmeno una. Oggi, più anziano di un decennio, ti chiedo: ma non avremmo fatto bene a prenderne almeno una? Quando mai ti sei trovato di fronte a una così sofisticata idea di merchandising? Di conseguenza, te la compreresti la maglia del Margate FC con lo sponsor della band? (Io sì). Ma soprattutto, comprerai questo nuovo disco? Ti è piaciuto?

Continua a leggere

Lo Moon – I Wish You Way More Than Luck

It is unimaginably hard to do this, to stay conscious and alive in the adult world day in and day out. Which means yet another grand cliché turns out to be true: your education really IS the job of a lifetime. And it commences: now.
I wish you way more than luck.
(David Foster Wallace, This is Water)

Prende le mosse dalla celebre clausola di un’altrettanto celebre orazione accademica di David Foster Wallace (non l’aveste già letta, potete agevolmente recuperarla qui, ne varrà la pena), il terzo lavoro in studio di Lo Moon, quartetto americano da tempo acquartierato a Los Angeles che, a dispetto di un esordio prodotto da Chris Walla nel 2017, un contratto discografico con la Columbia e palcoscenici condivisi in questi anni con nomi di prima grandezza come Ride, Phoenix, Glass Animals e London Grammar, ha sinora mantenuto un profilo piuttosto defilato, aristocraticamente distante dalle ribalte mediatiche più ambite.

Continua a leggere

PINHDAR – A Sparkle On The Dark Water

La condizione di impermanenza legata al nostro esistere, il senso di fragilità dello stare al mondo caratterizzavano in maniera prepotente Parallel, secondo album dei Pinhdar, rivelando l’attitudine intimista di un sound dal respiro internazionale corroborato da schemi trip-hop e atmosfere darkwave. A tre anni di distanza il duo milanese, formato dalla cantante e autrice Cecilia Miradoli e dal musicista e produttore Max Tarenzi, torna con un nuovo lavoro che ne affina le coordinate musicali spingendo la riflessione su un piano universale, relazionato all’intera umanità e al destino della grande madre Terra.

Continua a leggere

L’Objectif – The Left Side

Sono recentemente caduto preda di un’infatuazione (l’ennesima…) piuttosto bizzarra, come spesso capita a noi audiomaniaci ossessivo-compulsivi, maestri nell’arte oziosa delle liste discografiche, degli elenchi di titoli appuntati nel risvolto di copertina dell’ultimo numero di Mojo, delle ricerche inconsulte alle due di notte su Discogs o su oscuri blog per specialisti e iniziati, per lo più d’oltremanica, fatti a loro volta di lunghissime liste ed elenchi. Sono malattie croniche, anzi cicliche, che si manifestano ad intervalli abbastanza regolari, in forma di fiammate veloci che riempiono il cuore di sangue burrascoso e che, con inesorabilità direttamente proporzionale, svuotano il portafogli di chi ne è vittima, come il sottoscritto. Se conoscete qualche valido professionista, sentitevi liberi di farvi avanti, siete i benvenuti.

Continua a leggere