Francesco Blasilli per TRISTE©
E’ tanto che non scrivo di musica. Forse perché sono schifosamente pigro, ma la realtà è ben diversa. Non mi piace più nulla.
E’ questa l’amara riflessione di questi giorni (riflessione da vecchio brontolone/rimastone). E’ questa la riflessione di questa mattina mentre facevo stretching cercando pace per la mia malandata schiena (vedasi il “vecchio” di sopra) guardando un concerto dei The National su YouTube e bramando di tornarci presto.
Poi smanettando su un paio di siti britannici mi sono imbattuto in due righe su questi “For Those I Love”.
Io onestamente non so che genere fanno. Elettronica? Rap? Hip hop?
Sicuro una cosa moderna che il “vecchio” di cui sopra non sa definire. Nonostante recentemente un giovanissimo virgulto abbia provato a spiegarmi la differenza tra rap e trap, senza che io ci capissi qualcosa.
Insomma, so vecchio (o forse “So Lillo”).
E quindi mi sono messo a studiare.
Ho scoperto che “For those I Love” è il progetto del ventenne irlandese David Balfe dedicato a un suo carissimo amico moto suicida. E che secondo un noto sito italiano ricalca le sonorità di “Burial” e “Four Tet”. Può essere, ma a ma ricorda più un sound americano.
Ma poco importa.
Quello che è importa è che non riesco a staccarmi da questo disco. A partire da “Top Scheme”, un pezzo che mi fa muovere le braccia all’impazzata, come Heater Parisi quando cantava “Cicale”.
Con la ritmica cavalcata di “Leave me not love” che si dissolve di una melodica strofa che sembra cantata da Bruce Springsteen. E la sofisticata e dolce melodia di “The Shape of you”.
Dal primo all’ultimo pezzo, un suono coinvolgente, intellettuale, elettronico, vivo, che ad ogni ascolto si modella e sfugge dalle mani come fosse creta.
Una sorpresa scoprire in età adulta che non solo il pop e il rock possono trasmettere emozioni. Anche “For Those I Love”.
E nemmeno poche.