Carlotta Corsi per TRISTE©
Sono sicura che le nuove riaperture non mettono a disagio soltanto me.
Ci sarà di certo qualcuno che, esattamente come me, prova una certa voglia di staticità mentre il mondo riprende a pieno regime la propria corsa con una velocità disarmante.
Non riesco a stare al passo.
In questo momento preciso sento che mi è stata tolta qualche possibilità e che alla mia età si dovrebbe avere qualche certezza per il proprio futuro, ma non voglio iniziare uno sproloquio lamentandomene senza fine.
Sto solo cercando di tornare in careggiata insieme agli altri.
Chi negli ultimi anni ha mantenuto un basso profilo per poi esplodere nuovamente il 14 Maggio con il suo nuovissimo album Be Right Back è Jorja Smith, un’artista che con il suo primo lavoro fece parlare molto di sé: nel 2018 si era guadagnata la nomination al Mercury Prize per l’esordio Lost&Found, l’anno dopo quella per i Grammy.
Mi sono sempre sentita tanto legata ai suoi testi, semplici eppure brillanti e che risuonavano come un’eco nella mia vita.
Questo ultimo lavoro è decisamente più strutturato rispetto al primo eppure sembra più pulito e nudo, con le sue ritmiche pungenti, addolcite da suoni acustici solo riverberati qua e là e tastiere guida davvero essenziali.
Ma è la sua voce lo strumento cardine di tutta l’orchestra, caldissima come sempre.
Si comprende e si sente che si è presa il tempo per se stessa, per riuscire in questo progetto, senza scadenze o tempistiche dettate da altri.
Addicted e Burn ne sono un perfetto esempio: due brani differenti che raccontano perfettamente, in pochi minuti, la mancanza di corrispondenza nei sentimenti di un’altra persona, di quanto questo ci faccia soffrire e domandare fin troppo qualcosa che dovrebbe essere naturale.
Home è un’altra traccia apri-cuore come anche Digging.
Insomma la Smith ha messo in mano agli ascoltatori la propria vulnerabilità e finalmente, dico io, ascolto qualcuno che ne parla come un punto di forza e non come qualcosa di cui vergognarsi.
“I’m to selfless to leave”
“they call me miss naive/ I’m still naive/ I put trust in all the ones that got me”
Jorja Smith ha sempre raccontato le cose in modo diretto e da un punto di vista prettamente generazionale.
Ecco perché io, come credo tanti altri, mi sento legata ai suoi testi, che esplicitano al mondo la nostra visione delle cose, che si parli di sociale o politica (come spesso accade in brani precedenti a Be Right Back) o, come in questo ultimo caso, che affrontino i rapporti interpersonali e la relazione con se stessi. Questo album è ed è stato negli ultimi giorni un boost incredibile.
Spero di “tornare presto” anche io, come Jorja.