
“Radio is a sound salvation
Radio is cleaning up the nation
They say you better listen to the voice of reason
But they don’t give you any choice
‘Cause they think that it’s treason
So you had better do as you are told
You better listen to the radio“
(Elvis Costello – Radio, Radio)
Riflettendoci con un po’ di calma, è stato nel momento esatto in cui la televisione ha invaso il campo della radio che è iniziato il declino.
Certo, ci sono stati, per un po’, anni di vacche grasse: Mr. Fantasy, Videomusic, MTV (soprattutto MTV 120 Minutes, naturalmente), ma i Buggles ci avevano visto benissimo e sono stati, purtroppo, profetici. Il video non solo ha assassinato la star della radio, ma ha finito per contaminare tutto, annacquando (definitivamente?) anche la forza dirompente della musica per standardizzarla ai gusti della massa (nel contempo facendo provare a quella stessa massa, con un paio di tatuaggi sulla faccia e qualche innocua volgarità, anche il brivido di una falsa trasgressione).
In questi giorni in cui si celebra (in maniera talmente eccessiva che siamo ormai ampiamente caduti nel grottesco) la figura che, più di ogni altra, ha cambiato (è il caso di aggiungere in che senso?) la storia della TV nel nostro Paese -e in questo modo la storia stessa del Paese- l’unico rifugio, l’unico baluardo all’assordante chiacchiericcio del conformismo più becero, rimane la radio. E la musica, naturalmente.
Sono rimaste, a tenere alta la fiaccola della cultura alternativa, solo le radio libere, o, meglio, quel simulacro di radio libere che sono le web-radio, almeno da quando una frequenza radiofonica vale più di una miniera d’oro e le vecchie radio libere sono diventate tutte (!) radio commerciali.
Radio, queste ultime, ben meno libere, almeno in ambito musicale, di quelle controllate dalla politica che, per ora, sembra disinteressarsi bellamente della musica. Del resto illustri predecessori dei nostri governanti, appena sentivano la parola cultura mettevano mano alla pistola. Con l’unica differenza che, adesso, l’arma più efficace contro la cultura è l’indifferenza.
Noi, dal canto nostro, proviamo a portare avanti questa piccola (e probabilmente insignificante) resistenza -resistenza gentile e assolutamente pacifica, s’intende- ogni qual volta ce ne si presenti l’occasione.
Stavolta l’occasione ce l’ha data, ancora una volta, Matteo Maioli (che nel frattempo è entrato a far parte della nostra “cellula”) che, nell’ambito della sua trasmissione Indi(e)pendenze (nome omen) in onda il sabato in collaborazione tra Radio Casotto e NEU Radio, ha avuto ospite l’ala più intellettuale e eloquente della nostra organizzazione di (micro)sabotatori musicali: Francesco Giordani.
Con lui si è parlato di alcune delle uscite più recenti e interessanti delle quali, naturalmente, avevamo ampiamente disquisito su TRISTE© negli ultimi mesi.
Hasta la música siempre. Purché sia buona musica.
Questa è la playlist della trasmissione:
1. Cosmic Crooner – Popsicle Place
2. Noel Gallagher’s High Flying Birds -We’re Gonna Get There In The End
3. Guided By Voices – Instinct Dwelling
4. The Wedding Present – I Am N.ot Going To Fall In Love With You
5. Bar Italia – F.O.B.
6. The National – Tropic Morning News
7. Westerman – CSI Petralona
8. The Pigeons – Amanda Fielding
9. Alex Pester – Big Black Second-Hand Book