Fiamma Giuliani per TRISTE©
Uno dei (pochi) pregi dell’invecchiare è che si può guardare al passato con indulgenza e ricordare con tenerezza quello che si amava. A volte è quasi inevitabile perdonarsi le ingenuità e le goffaggini dettate da un gusto in piena formazione e dallo spirito dei tempi; si nota come il trascorrere del tempo sia stato impietoso con alcune mode, alcuni film e un certo tipo di musica ed è raro che le nostre scelte di allora rimangano costanti nel tempo.
Eppure, in piena contraddizione con questa consapevolezza, subisco inevitabilmente il fascino di chi decide di resistere e andare avanti, magari riproponendo il proprio stile nonostante il passare degli anni ma quasi sempre resto delusa.
Infatti “Beneath the Eyrie”, terzo lavoro dei Pixies post- reunion e senza il fondamentale apporto di Kim Deal, arriva dopo due prove davvero non memorabili. Tuttavia, già dal primo ascolto ci si rende conto che con questo album la band americana ha ritrovato una sua dimensione musicale che, pur non discostandosi troppo dal loro sound originale, ha spunti vivacemente innovativi.
Fin dal brano di apertura, “In The Arms Of Mrs Mark Of Cain” si è introdotti in un mondo dai toni dark, in cui ci si inoltra con la successiva “On Graveyard Hill”, singolo accompagnato da un delizioso video in stile b-movie e scandito da un trascinante ritornello.
Sicuramente, i richiami ai grandi album del loro passato (soprattutto “Surfer Rosa” e “Bossanova”) non mancano, soprattutto in brani come “Catfish Kate”, “Long Rider” e “St Nazaire”; tuttavia, la band guidata da Black Francis si diverte a esplorare generi diversi, passando dalla psichedelia trasognata di “Los Surfers Muertos” alle ballate (“Daniel Boone”) fino alle influenze folk e ai toni western di “Silver Bullet”, “Ready for Love” e “Death horizon”.
Dunque, questa nuova veste, a tratti quasi goth, non delude, soprattutto perché i Pixies sembrano aver ritrovato la grinta e la scanzonatezza.
“Beneath the Eyrie” è un disco solido che, senza raggiungere le vette dei grandi capolavori, si fa ascoltare con gusto e restituisce a noi fan di vecchia data il piacere di assaporare l’inconfondibile stile di questa band e ritornare agli amori del passato, senza essere insoddisfatti.