Peppe Trotta per TRISTE©
Pensieri inquieti che strisciano nell’oscurità occupando gli angoli della mente fino a tramutarsi in evanescente soffio, che per un istante emerge dal buio impenetrabile nel quale subito torna a perdersi.
È la notte il momento perfetto da riservare alle confessioni più intime ed inconfessabili, il frangente eterno in cui da sempre si muove l’universo espressivo di Boduf Songs, la creatura di Mat Sweet giunta alla settima pubblicazione, la prima per la Orindal Records.
Sempre intrisa di controllata tensione e vibrante tormento, la musica di Sweet ritrova in “Abyss Versions” la dimensione più scarna e silente che contraddistingueva i suoi esordi, declinazione man mano ibridata da frequenze più ruvide ed irruenti divenute evidenti nel precedente “Stench Of Exist”.
Tra essenziali progressioni di note chitarristiche che si muovono su flebili fondali vaporosi (“Gimme Vortex”, “Black Nails”) e movimenti armonici maggiormente strutturati, scanditi da minute pulsazioni (“Unseen Forces And How To Use Them”, “In The Glittering Vault, In The Flowery Hiatus”) quel che il musicista inglese disegna sono i contorni di un territorio ipnotico ed ipnagogico nel quale immergersi guidati dal suo sussurrato canto, guida spettrale assente solamente tra le claustrofobiche risonanze di “Behold, I Have Graven Thee Upon the Palms of My Hands; Thy Walls are Continually Before Me”.
È un andare cauto tra minacciose ombre impossibili da diradare, plasmate con una consapevolezza profonda scaturente da un percorso artistico sempre più consolidato, capace di introdurre preziose varianti in un tessuto coeso e monocromatico che non smette di restituire straniante calore.