Francesco Blasilli per TRISTE©
Ben Watt ha sempre esercitato un fascino misterioso su di me. La sua faccia e quella di Tracey Thorn (sua moglie) nelle foto degli Everything But the Girl, sempre con quell’espressione cosi assurdamente triste e malinconica.
Cosi come era assurdamente malinconica Missing, uno dei pochi pezzi dance che ha oggettivamente fatto la storia. Fatto sta che dentro casa mi ritrovo anche una sua raccolta come dj uscita con il nome Lazy Dog e ho il vago ricordo anche di una sua esibizione al Primavera Sound di Barcellona.
Ed allora è inevitabile che io venga attratto dal nuovo lavoro solista di Ben Watt, uno che nella vita ha fatto tutto e ha attraversato i vari stili musicali come un viandante alla ricerca del suo personale Santo Graal.
Ciò che colpisce di Storm Damage (terzo lavoro solista della sua ultima era musicale) è la grande pulizia e raffinatezza del suono. Dieci ballate su cui aleggia il fantasma di Nick Drake (scusate la bestemmia, ma questo è quanto) o forse, per restare più umani, quello di Paul Weller.
Dieci ballate grazie alle quali apprezzare la dolcezza compositiva e la grande abilità dietro al mixer di Ben Watt.
Da “Summer Ghosts” a “Hand”, le mie preferite ma non necessariamente le migliori, tutta l’arte di Ben Watt da consumare con calma, perché di certo è musica che non ha data di scadenza.