Francesco Amoroso per TRISTE©
Se andassi a cercare sull’atlante geografico il New North Wales non lo troverei da nessuna parte. Allo stesso modo, se digitassi New North Wales su Google Maps, verrei indirizzato in due luoghi diversi e lontani circa 17.000 chilometri l’uno dall’altro: da una parte il Galles del Nord, parte della Gran Bretagna, con la sua lunga storia e le sue peculiari tradizioni, dall’altro il Nuovo Galles del Sud, regione dell’Australia che, nata come una colonia penale, è ora famosa per Sidney e per la sua Opera House.
Insomma il New North Wales geograficamente non esiste.
E, quel che più ci interessa, non esiste praticamente neanche dal punto di vista musicale. O, almeno, se ne erano perse del tutto le tracce da almeno tredici anni.
Sì, perché una band dal nome New North Wales c’era e aveva fatto uscire un mini album (mini in tutti i sensi, visto che era stato stampato su un cd 3 pollici) nell’estate del 2009 per la micro etichetta Mobeer che, attiva per un paio d’anni, produceva i lavori anche di band legate, in qualche modo, all’universo Hood -The Declining Winter e The Remote Viewer, tra gli altri-.
Si trattava solo di un breve lavoro omonimo di sei tracce scritto e suonato da Christopher Coyle e Nicola Hodgkinson, duo che, dal 1999 al 2003, aveva militato nei quasi altrettanto oscuri Empress.
Gli Empress erano una band di Leeds, nel nord dell’Inghilterra, nata come progetto di Nicola Hodgkinson, Stewart Anderson e Matty Green, tutti già attivi nei Boyracer, Nicola e Stewart avevano anche, per un po’ di tempo, militato nei grandissimi Hood. Chris Coyle, invece, era entrato negli Empress solo successivamente, dopo aver fatto uscire un paio di singoli a nome Halkyn.
La band era finita sul radar dei Pastels che ne avevano pubblicato un album (ancora una volta omonimo, tanto per confondere le acque) attraverso la loro etichetta Geographic, sussidiaria della Domino.
Rimasti soli Nicola e Chris avevano fatto uscire, nel 2003, un altro album (il loro più compiuto), “The Sound They Made”, per l’etichetta di culto Pehr, registrato tra Leeds e il Galles, dove, nel frattempo si era trasferito Chris.
Il successivo trasferimento di Nicola in Australia sembrava aver posto fine agli Empress che, tuttavia, erano riusciti con il loro suono acustico minimale, quasi scheletrico, e le loro diafane melodie appena accennate a fare breccia nel cuore degli appassionati di quelle sonorità, a cavallo tra slowcore, post rock e folk che vedevano band come gli Hood, i Movietone e i Tram tra i loro massimi esponenti.
Del tutto inaspettato era arrivato, così, nel 2009, New North Wales, il breva lavoro che aveva visto di nuovo Nicola Hodgkinson e Chris Coyle ritrovarsi, dopo sei anni di silenzio.
Il nome della band, chiaro riferimento alle località dove i due componenti della band vivevano allora, evocava un luogo non fisico, ma un luogo dell’anima, il punto di congiunzione di due sensibilità, di due ispirazioni, l’incontro tra due artisti, fisicamente distanti migliaia di chilometri, eppure accomunati da un comune sentire.
Il risultato era un lavoro breve, rarefatto, nel quale l’attitudine slowcore degli Empress diventava sempre più tenue e i suoni lo-fi creavano un’atmosfera solitaria, malinconica e contemplativa.
Naturalmente di quel mini-album ci accorgemmo in pochissimi (tanto più che la copia fisica era stampata in soli 375 esemplari) e Chris e Nicole, probabilmente, andarono avanti con le loro vite, separati da oltre diciassettemila chilometri.
Tuttavia, nonostante la distanza, evidentemente un piccolo fuoco continuava a bruciare e i due musicisti inglesi, non so bene con quale modalità, dal 2016 al 2021 hanno ricominciato a collaborare e a costruire (“slowly” come loro stessi ci tengono a far sapere) quello che sarebbe diventato Minor Birds, il loro secondo lavoro, uscito, del tutto inaspettatamente, qualche settimana fa, per ora solo su Bandcamp.
Si tratta anche stavolta di un mini album brevissimo (poco più di diciannove minuti) nel quale a cinque brani più articolati sono inframezzati tre frammenti sonori acustici di un minuto o poco più.
Rispetto all’esordio la scrittura del duo si è fatta ancora più esile, rarefatta. Gli arrangiamenti minimali e le timide melodie presenti in canzoni straordinarie come Stormhead, brano di apertura dell’album di debutto, sono rese ancora più fragili in Minor Birds.
La musica di New North Wales tende a evaporare per sua stessa natura. I brani di Nicola Hodgkinson e Chris Coyle sono fatti di pause e silenzi tanto quanto sono fatti di note. Frammenti di melodie dolorosamente malsicure, sulle quali la voce sussurrata di Hodgkinson racconta episodi minimi, quotidiani (“Coming Out Of Coles/ I Swear I Saw You There/ You Wear A Hat Like That/ You Walked Just Like That/ I Almost Called Your Name/ Half A World Away/ It’s Not You/” -Coles è una catena di supermercati australiani-) e fluttua, va alla deriva, così debole e riservata da sembrare sul punto di scomparire.
Nel brano d’apertura, Coming Out Of Coles, è una sommessa chitarra acustica a impedire alla voce di Hodgkinson di precipitare, mentre in Shoes On A Sting, il suo sussurro è sorretto da un introverso suono d’organo.
Fibre di chitarra acustica, di pianoforte e organo si intrecciano lentamente, suonando vulnerabili come se la minima brezza potesse portarli via per sempre, accompagnati da glitch e found sounds appena accennati.
Nicole Hodgkinson canta in maniera teneramente stanca, quasi come se sapesse che le sue parole sono troppo deboli, impotenti di fronte al caos che ci circonda.
Minor Birds, la title track e il brano più lungo dell’album, inizia con una chitarra acustica delicatamente pizzicata e un lungo sospiro, come se Nicole abbia bisogno di prendere fiato per cominciare a correre ma, state tranquilli, il passo è lo stesso, lento, tranquillo, lievissimo.
I suoni dei New North Wales sembrano scritti e suonati contemplando l’orizzonte dalla altezza di una scogliera: Sono sospesi nell’aria, trasportati, in frammenti appena intellegibili, da una brezza leggera che, senza fretta, ha percorso i diciassettemila chilometri che separano Chris e Nicola.
Melodie eteree che disegnano scenari di pacata nostalgia (“All You Say Is One Of This Days It’ll Change/ Wish You Have The Strength To Move Into The Springtime/ As You Sleep I Run Through Streets So Wide“), la stessa che pervadeva la musica di band come Hood, Movietone o Arco (loro compagni di etichetta ai tempi della Pehr).
Le canzoni di New North Wales sono come schegge di anima, pensieri sparsi che colpiscono in profondità per poi svanire, effimeri, sempre un po’ fuori portata e travolti dal rumore delle nostre vite.
Il New North Wales deve essere un rifugio confortevole, un luogo ameno e molto tranquillo, dove la natura è benevola e gentile e il tempo trascorre a velocità ridotta.
Non sapremo collocarlo sulla mappa, ma forse, grazie a Nicola e Chris, potremo finalmente trovarlo nel nostro cuore. Almeno per diciannove minuti.
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