L’anno scorso la musica folk (nel senso più vasto del termine, e tenendo presente che siamo nel XXI secolo) è tornata in modo prorompente alla ribalta: negli stati uniti in primis (Josh T. Pearson, The head and the heart, tanto per fare dei nomi) dove è nata, ma anche nella vecchia europa (ascoltatevi Tom the Lion e vi ricrederete anche se non amate questo genere).
E se “L’uomo più alto del mondo” sforna uno dei dischi che sicuramente faranno ricordare il 2012 musicale, molti altri cominciano a farsi largo sulla scena, armati di chitarre e pochi altri strumenti.
Qui vi invitiamo ad ascoltare il debut album di Freddie and the Hoares, un “giovane bardo” che con molti richiami statunitensi (Dylan, ma anche Blue Grass arrabbiato), senza tralasciare qualcosa di europeo (io un pò di Ian Anderson non posso non fare a meno di vedercelo), ci propone questo concentrato (6 pezzi) di quello che egli stesso definisce Folk’n’Roll.
Un buon esempio di come recuperare il passato, mixando delicatezza e impatto sonoro spesso nell’arco dei singoli pezzi, che nascono in atmosfere fiabesche (i genesis di Absent Friends?) e sfociano poi in conclusioni molto vigorose, supportate dal resto degli strumenti.
Un disco interessante, che più che altro vi proponiamo come una chicca di questa nuova ondata musicale. Folk is back!
What lovely words. Thank you so much and please visit us again soon. Tell everyone in Italy about us. I’d love to book the band there.