Leonard Cohen – Thanks For The Dance

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Fiamma Giuliani per TRISTE©

Non ricordo la prima volta in cui ho ascoltato una canzone di Leonard Cohen eppure, nonostante siano passati moltissimi anni, ho la esatta percezione delle sensazioni provate: stupore, meraviglia, desiderio di sapere chi fosse il proprietario di quella splendida voce intensa e graffiante e di conoscere tutta la sua produzione.

Ho scoperto un artista multiforme e complesso, che scriveva poesie e testi di grande eleganza, pervasi di malinconia esistenziale e ironia pungente e che ha saputo influenzare alcuni dei grandi protagonisti della musica contemporanea.
Ogni suo disco è per me un piccolo gioiello intriso di umanità che esplora i vari aspetti della vita, l’intera gamma delle emozioni, le sfumature dei sentimenti.

Non fa eccezione Thanks For The Dance, album postumo amorevolmente completato dal figlio Adam (anch’egli musicista) con la collaborazione di molti nomi celebri.
È un lavoro breve, composto di nove canzoni di cui, come sempre, la voce del cantautore canadese è il fulcro: viscerale, profonda, vibrante di vita nonostante la malattia che lo consumava, con un lieve accenno di fragilità.

Eppure, nonostante tutto, Thanks For The Dance palpita di emozioni, di sensualità e di spiritualità, di amore per la vita; attraverso il linguaggio poetico che ha sempre contraddistinto il suo lavoro, Leonard Cohen racconta ancora una volta le sfaccettature della psiche umana anche attraverso il dolore e la vecchiaia, continua a danzare la vita, ad abbracciare il cambiamento e a saper accettare con dignità la sofferenza e l’inevitabilità della morte.

Ognuno dei nove pezzi è stato arrangiato con grande cura e rispetto del magnifico spoken word: ci sono le chitarre spagnoleggianti di “Moving on” e “Night of Santiago”, i cori sognanti di “The Hills”, i suoni caldi e ipnotici di “It’s Torn” e quelli incalzanti e minacciosi di “Puppets”, le melodie scarne e al contempo raffinate che accompagnano “Happens To The Heart”, “Thanks For The Dance” e “Listen To The Hummingbirds”.

Fin dal primo ascolto, si capisce che Thanks For The Dance è composto di una materia potente, che necessita attenzione e tempo per ascoltare vere e proprie poesie, per perdersi nelle parole, per assaporare il commiato di un grande artista che ha saputo raccontare, sempre con grazia, la fragilità e l’incessante ricerca della bellezza nella fallibile e difettosa natura umana.

2 pensieri su “Leonard Cohen – Thanks For The Dance

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