Giulia Belluso per TRISTE©
– Se ti svelassi un mio grandissimo segreto, cosa faresti?
– Starei qui, in silenzio, Douglas, ad ascoltarti.
– Non so se ne ho il coraggio…
– Potresti scrivere un album di undici tracce con il quale esprimere in assoluta libertà la tua straordinaria capacità d’essere insolito quanto raro.
– Beh, allora siediti. Andiamo indietro nel tempo. Ti racconterò di quando ero bambino.
Mi chiamo Douglas Dare e sono il più giovane di una famiglia “allargata”.
Vivo in una fattoria nel Dorset, in Inghilterra e quando nessuno mi vede indosso l’abito rosa da balletto di mia madre e danzo.
Mi definisco un bambino strano, diverso, solo con il passare del tempo e con l’arrivo dell’età adulta capirò che questa è la vera libertà d’essere.
Per realizzare Milkteeth arricchirò la mia rinomata padronanza del piano con una chitarra e uno strumento che ho da poco scoperto: l’autoharp, e con questi ingredienti plasmerò fragili canzoni, folk e intime.
Canterò dell’infanzia, dell’innocenza, della vulnerabilità, del confronto coi genitori.
Lo farò attraverso tracce semplici e immediate e il mio lavoro vi risuonerà in testa come un dejà-vu, come il profumo della coperta della nonna, decisamente familiare e confortevole.
In alcune tracce suonerò con decisione e impeto.
In altre non farò un fiato, per lasciavi la giusta quiete per contemplare, scrutare e amare la vostra diversità.
Avrò l’onnipotenza di una dea greca, indossando il vuoto con classe.
Sarò la vostra immagine che si riflette nuda allo specchio, e con lo stesso imbarazzo e paura vi guarderò dentro e non farò altro che risuonare come la vostra melodia preferita.
Come potrei mai giudicarvi?
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