Peppe Trotta per TRISTE©
È un silenzio gravido, pieno di urgenza creativa e comunicativa, quello che ha segnato il lento scorrere della recente primavera, stagione del risveglio che quest’anno è stata segnata dalla gelida cristallizzazione dell’imposto isolamento antivirale.
In molti si sono rifugiati nei propri pensieri per poter affrontare questo strano periodo e non pochi ne hanno estratto vitale linfa con cui esprimere le proprie sensazioni.
Tra i musicisti più prolifici di questo periodo troviamo certamente Bruno Bavota.
Dopo aver recentemente pubblicato attraverso 1631 Recordings la versione digitale di “Apartment Songs Vol. 1”, il compositore napoletano fa uscire per Temporary Residence Ltd. il primo capitolo di un ulteriore tragitto bipartito intitolato “Apartment Loops Vol. 1”.
Se nelle sue canzoni Bavota ci offriva il suo mondo interiore dipinto con l’abituale ausilio della voce del piano privata da ulteriori ibridazioni, in questa parallela traiettoria sonora egli dischiude un immaginario differente, ma solo in parte inatteso per chi ha seguito negli anni l’evoluzione del suo percorso musicale.
Tese e ariose trame sintetiche, modulate per generare vibranti correnti dall’eco cosmica, sono la materia di cui si nutrono le tre tracce del nuovo breve lavoro, frequenze elettroniche la cui presenza rivestiva un ruolo maggiore già nel disco d’esordio per la prestigiosa etichetta americana e che adesso invadono interamente l’ambiente risonante sostituendo totalmente i fraseggi dello strumento d’elezione.
Ne scaturisce un sinuoso flusso più che mai immaginifico, riflesso di una volontà di evadere resa vivida e palpitante da uno stato di quiete non voluto, un intenso viaggio attraverso paesaggi sensoriali profondamente dinamici, a tratti vorticosi, che solo a brevi tratti si apre ad una placida dimensione contemplativa (“Apartment Loop #2”).
Una convincente differente forma di un universo emozionale sempre fervido e coinvolgente.
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