Pinhdar – Parallel

Peppe Trotta per TRISTE©

Ho sempre trovato interessante mettere in sequenza dischi totalmente differenti, alternare sonorità ed atmosfere anche diametralmente opposte per mantenere viva l’attenzione ed estrapolare connessioni inattese, a volte forzate.
Sono tanti gli stimoli che sa restituire questa pratica di ascolto trasversale anche se il rischio di innescare pericolosi cortocircuiti è sempre presente. Scarti improvvisi quindi, passaggi privi di coesione logica, veri e propri voli pindarici aurali.

È proprio al poeta greco, alla forza immaginifica delle sue liriche che è dedicata la denominazione scelta dalla  cantante e autrice Cecilia Miradoli e dal musicista e produttore Max Tarenzi dopo l’archiviazione del progetto Nomoredolls.

Parallel, seconda uscita firmata Pinhdar, composto e registrato durante il segregamento imposto dalla crisi pandemica, nasce come possibile percorso di catarsi a cui affidare il superamento di un’inquietudine profonda legata alla consapevolezza di quanto l’essere umano sia fragile e instabile.
Quello costruito dal duo è un viaggio introspettivo alimentato da una interessante combinazione di frequenze elettriche incisive e linee ritmiche marcate, rifinite e amalgamate attraverso il ricorso a modulazioni sintetiche sempre attentamente misurate.
Su tali strutture svetta costantemente la voce della Mirandoli, vero e proprio strumento aggiunto capace di espandere in modo convincente una gamma di sfumature già ampia.

Numerosi sono i riferimenti rintracciabili, dalla cupezza darkwave che emerge prepotente dalla title-track alle agrodolci atmosfere pop-rock à-la Blonde Redhead di Glass Soul, dalla vena dream pop delle fluttuazioni incostanti di Atoms And Dust fino al trip-hop distopico della conclusiva ipnotica The Hour Of Now.
Ma tutto è qui perfettamente dosato e introiettato per concorrere alla definizione di un suono peculiare, al tempo stesso elegante e irruente, un lessico efficace messo a punto anche grazie al prezioso intervento in cabina di regia di un alchimista di indiscusso spessore quale è Howie B.

Immersione accattivante in un universo parallelo ipnotico che trova perfetta eco visuale nell’immagine di copertina realizzata da Elisabetta Cardella, architettura enigmatica immersa in un fondale acido e surreale.

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