Anne Garner – Dear Unknown

Peppe Trotta per TRISTE©

L’incantevole grazia dell’universo sonoro di Anne Garner non rappresenta certamente una novità per chi ne ha seguito negli anni l’itinerario artistico che in Lost Play del 2018 sembrava aver raggiunto un apice difficilmente ripetibile.
Fortunatamente la possibilità di sbagliarsi esiste sempre e a quattro anni di distanza ci ritroviamo di fronte ad un nuovo lavoro che ponendosi in piena continuità col precedente propone una formalizzazione ancor più efficace e curata di quell’ammaliante intarsio musicale.

Le armonie corali frutto del caldo intreccio di strutture melodiche e vaporose modulazioni sintetiche diventano più lievi ed avvolgenti definendo un immaginario ancor più rarefatto su cui svetta magnetica la vocalità eterea della musicista inglese.
La title-track posta in apertura rivela con prepotente immediatezza le coordinate di un territorio intimista dalle sfumature dreamy, rallentato fino a divenire indefinito oceano elettroacustico.

Quello che si delinea è una virtuosa intersezione tra strutture atmosferiche e forma canzone, ibridazione che a dispetto di una coesione inscalfibile riesce a mantenere quasi miracolosamente intatta l’intensità del tassello iniziale per l’intera durata dell’album. L’introspezione della Garner, il suo racconto di dolore e rinascita emerge costantemente toccante e privo di forzata enfasi da questo insieme, cristallizzato in formulazioni ambient-pop di rara bellezza (Dust Devil), pervasi da ombre morbide maggiormente percepibili quando si palesa il riverbero di sottili screziature in filigrana (Besides) e la presenza di misurate dissonanze su frequenze interamente strumentali (Golden Arrow).  

A prescindere dall’evidenza di questa vena agrodolce tutto risuona sempre confortevole e quasi senza accorgersene ci si ritrova a scivolare lentamente in un delicato paesaggio onirico da attraversare ad occhi chiusi trattenendo il respiro.

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