
Carlotta Corsi per TRISTE©
Sono stata alla Prima Estate e non era quello che mi aspettavo.
Il 23 Giugno si sono esibiti, , nel parco BussolaDomani a Lido di Camaiore per il festival La Prima Estate, quattro artisti: Wu-Lu, Shame, Kasabian e Fontaines DC.
La cornice è spaziosa ma non dispersiva, l’organizzazione più ambiziosa rispetto all’ultima volta in cui ci sono stata, nel Giugno 2022, per la prima edizione: abbiamo un secondo palco per gli artisti e i dj emergenti che accompagnano tutta l’esperienza, ci sono gadget degli sponsor e file per cibo e bevande. Insomma, è un vero e proprio festival.
Arrivo alle 19.30 circa, stanno per esibirsi gli Shame, purtroppo non ho fatto in tempo per Wu-Lu. il cielo si annuvola, la temperatura scende, cerco di avvicinarmi al primo garden pit e rimango in attesa sulle transenne.
Gli Shame arrivano dal sud di Londra e già nel 2018 erano una delle migliori band post punk in circolazione. Il loro ultimo album, che risale al 2023, è Food For Worms. Sono puntuali e aprono con Fingers of Steel che, ovviamente, manda il pubblico in visibilio. Charlie Steen, il cantante, si prende degli spazi tra una canzone e l’altra per denigrare un po’ la cultura TikTok e per qualche parola dolce in italiano, tenero.
Non mancano Concrete, Six Pack -condita da un incredibile stage diving- e Adderall. Quest’ultima dal vivo è incredibile, le chitarre sono squillanti esattamente come in studio. One Rizla segue e qui credo la band riesca a mostrare a pieno la propria identità, fresca, energizzante e potente. È un suono performativo fino in fondo, gli strumenti sono sempre al limite della distorsione perché rimangono, come detto prima, sempre squillanti.
Il concerto si chiude con Steen ancora in piedi sopra il Garden. Matto, ti vogliamo bene.
I Kasabian arrivano alle 21, il cielo è sempre più incerto e il suolo della Prima Estate adesso è più caldo che mai. La formazione dal 2020 vede Sergio Pizzorno come la voce leader dopo l’esclusione dalla band di Tom Meighan, arriva tutto sporty in verde oliva e trapuntato. Lo schermo ha un HAPPENINGS gigante in arcobaleno: è il loro ultimo album in studio in uscita in primi di Luglio. Call è uno dei singoli e segue l’intro di Club Foot. III Rev e Underdog e il pubblico è in fiamme. Mi guardo intorno e noto ragazzini cantare e io torno sedicenne con loro. Il suono è limpido, la batteria inizia a vibrarti addosso, è un live di un gruppo navigato che sa perfettamente come si fa. Sono cosi bravi che frammentano il riff di Groove is in the Heart. portano l’intro di Intergalactic dei Beastie Boys in Treat, Breathe dei Prodigy in Vlad the Impaler -qui io esco completamente fuori di testa-e Praise You di Fatboy Slim.
Sul pubblico, ormai, piove a dirotto, eppure poco importa: avere la possibilità di ascoltare per la prima volta canzoni nuove di un gruppo cosi importante come i Kasabian dal vivo è davvero trascinante, anche se il sound e il mood generale della performance appare tuttavia meno graffiante ormai da qualche anno.

22.45, arrivano i Fontaines DC. Set verde, una scritta sullo sfondo con il nome della band s’illumina ad ogni nota e parte Romance: è il brano di intro, che annuncia l’uscita del loro quarto album in studio, Romance, appunto, in arrivo il prossimo 23 Agosto. I suoni sono giganti, rimbombano addosso, il basso è il primo ad entrare in scena, Conor Deegan ha un cappello con le orecchie da coniglio, sullo sfondo i chitarristi Carlos O’Connel e Conor Curley e il batterista Tom Coll, fino all’uscita di Grian Chatten con occhiali velocissimi, il frontman, lo Yeats del gruppo.
“Maybe romance is a place, for me and you“. Segue incalzante Jackie Down The Line e Televised Mind: la scenografia è pazzesca, capisci che è parte integrante dello show quasi quanto il sound che arriva dritto in petto.
Hanno pochissimi stacchi, Chatten non chiacchera particolarmente ma si muove di continuo sul palco, fa girotondi, salterella e poi si ferma per cantare. Il live è per la maggior parte incentrato sui brani di Skinty Fia, loro ultimo album in studio, poi arriva Chequeless Reckless, suonata per la prima volta dal vivo e tratta dal loro primo album, Dogrel 2019.
C’è un piccolo problema tecnico con una delle chitarre, Chatten chiede cinque minuti e rientrano. Mi affaccio dalla transenna e sento sussurrare tra le persone “sono meglio del disco, assurdo“, ed è effettivamente una frase con cui concordo: sono precisi e il delivery non ha pause, ma il live conferma tutto quel fenomeno che poi circonda la band da qualche anno ormai. E’ come se una parte della cultura irlandese comparisse per il tempo del live e sprigionasse la sua potenza attraverso i testi di Chatten -consiglio vivamente di ascoltare anche Chaos For The Fly, l’album solista del frontman- le chitarre distorte, il basso imperante e la batteria che scandisce tutto.
Il live, per qualche ragione, ha un’impronta simile a quel che abbiamo potuto vedere dei Joy Division. I singoli appena usciti, Favorite e Starburster sono i brani conclusivi della serata assieme alla emozionante I Love You.
Lo sfondo si colora di bianco e il nome della band sullo sfondo di verde, bianco e arancio.
L’amore per una terra che si abbandona e che per tutta la vita ti ha deluso, che si ama e che comprendi essere parte di te nonostante vorresti lo fosse diversamente.
La poesia dei Fontaines DC è proprio in questo sentimento. Questo contrasto è in grado di creare quello che Domenica 23 Giugno, lì, è successo per tutti noi, il loro pubblico.
Il nuovo album è alle porte e sembra che aprirà un nuovo capitolo della storia di questo gruppo.
Non vedo l’ora! Il 4 Novembre suoneranno di nuovo a Milano, la città che mi ha accolta mentre cercavo di scappare dalla mia terra complicata, esattamente come hanno fatto Grian e compagni, che stavolta ci hanno regalato un ottimo spettacolo, offrendo qualcosa di bello per cui essere più sinceramente felici di tornare a casa in estate.
