La ricerca (quella scientifica) spesso ti porta lontano. Soprattutto lontano da questo paese dove, purtroppo, non è facile portarla avanti.
Così il co-founder di TRISTE© (quello allegro) si era trasferito nelle midland inglesi per proseguire i propri studi (ora se la spassa in quel di Marsiglia, ma questa è un’altra storia).
Un altro mio amico (e collega) si era indirizzato verso le pioggie inglesi per continuare il suo lavoro, ed ora si trova invece sotto il sole (e nel deserto) texano, cercando di non far schiacciare la sua cinquecento dai suv di Dallas.
Se invece dovete ricercare voi stessi, non serve andare troppo lontano. Potete rimanere anche a casa. Ma dovete essere bravi.
Con un’oretta di macchina il mio amico “texano” può spostarsi da Dallas a Forth Worth, dove si trova la nostra nuova scoperta.
Izzy Nero ha da poco pubblicato il suo nuovo EP, Song Of Myself. Un concentrato (7 pezzi) di bedroom-folk dalle atmosfere cupe e vagamente dreamy, in cui la voce di Izzy la fa da padrona accompagnato dalla chittara.
Come il titolo lascia intuire, Song Of Myself è un tuffo alla ricerca di se stessi, un mix di impressioni e ricordi stampati nella memoria, amori finiti e indecisione per il futuro.
“My head’s an ocean // Of constant indecision // “I’ve decided what to do with my life…just for today” canta Izzy nella malinconica (e bellissima) Resolution, una ballad che di risolutivo, appunto, non ha nulla. Come spesso succede quando cerchiamo di guardare dentro noi stessi.
E se è vero che Everyone’s An Actor, allora saranno molte le sfaccettature che dovremo indagare per scavare dentro noi stessi, quasi una “for every heartbeat”.
Ma oltre a parlarci di sè, in Song Of Myself Izzy Nero mostra anche di essere una artista molto interessante capace di mescolare folk e melodia e dotata di un ottima voce.
Noi continueremo a seguirla. Magari non troveremo noi stessi, ma ascolteremo della buona musica.
Per quanto riguarda le strade della ricerca (scientifica) invece, quelle sono infinite. E non tutte portano a Roma.