Vieri Giuliano Santucci per TRISTE©
Voi ricordate l’ultima volta che ha piovuto (piovuto davvero)? Io no.
A Roma l’aria si è fatta pesante, il caldo attanaglia la città, la sera si dorme male e certo i continui roghi non aiutano a migliorare la situazione.
Però Lunedì scorso le temperature si sono abbassate, restituendo un po’ di freschezza e portando anche delle nuvole. Che illuminate dalle luci della circonvallazione viravano su un rosa/rosso perfetto per fare da sfondo al live dei Cigarettes After Sex.
La band statunitense capitanata da Greg Gonzalez arriva per il Viteculture Festival all’Ex Dogana per la sua prima data romana, forte di un seguito e di un hype (che forse potremmo definire un po’ eccessivo) acquisito rapidamente dall’uscita del primo EP nel 2012 e culminato con la pubblicazione del primo, self-titled, album (di cui vi avevamo parlato qui).
La serata è molto ricca perchè presenta una doppia apertura. Prima è il turno HÅN, interessante progetto della cantautrice lombarda Giulia Fontana. Se è facile associare le sue sonorità (e l’impostazione del cantato) a quelle dei Daughter, Giulia sembra avere delle peculiarità che, come evidenziato dal bel singolo The Children, potrebbero portarla a ritagliarsi uno spazio interessante nella scena italiana (e non solo).
Secondo live è invece quello dei Celebration. La band di Baltimora è “fresca” del proprio quinto album, Wounded Healer, uscito lo scorso anno per Bella Union. Katrina Ford guida la band con la propria voce, portando sul palco dell’Ex Dogana le novità che caratterizzano il loro ultimo lavoro in studio. Se negli anni si sono fatti conoscere per sonorità dalle venature decisamente psych, ora i Celebration introducono marcatamente atmosfere dreamy (dal piacevole gusto retrò) al loro repertorio, valorizzando appieno il cantato di Katrina. Un ottimo live che conferma la bravura di una band che, forse, negli anni ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato.
Il cielo si copre definitivamente e sul palco salgono Gonzalez e soci. Accompagnati da dei bei visual virati al magenta che perfettamente si accostano al colore delle nubi, i Cigarettes After Sex aprono il loro concerto con le note di Sweet e, a seguire, di Each Time You Fall In Love, marcando subito il territorio con il loro mood decisamente malinconico e triste (con e senza la ©).
Impeccabile nell’esecuzione, il quartetto snocciola i brani del loro debut mescolandoli ai pezzi di quell’EP che tanto fece salire l’attenzione verso la band: così ad “hit” come K. o la bellissima John Wayne (incredibile, considerata la brevissima carriera della band, la quantità di persone che canta all’unisono con Greg quasi ogni pezzo), si alternano canzoni come I’m a Firefighter o Nothing’s Gonna Hurt You Baby.
Certo non si può dire che i Cigarettes After Sex facciano della varietà di suoni e melodie il loro punto forte, ma nel loro rimanere legati costantemente ad emozioni dalle forti tinte in chiaroscuro (con qualche tono di rosso, proprio come le immagini, da magone, che scorrono dietro di loro) hanno saputo costruire un marchio di fabbrica facilmente riconoscibile ed apprezzabile.
C’è da dire che Gonzalez e soci riescono ad avere anche qualche sussulto veramente al di sopra delle righe. Ne è testimonianza l’ottimo finale di questo live romano. La splendida Apocalypse (probabilmente il punto più alto del loro debut) e poi, nel bis, prima una versione chitarra-voce-tastiera di Please Don’t Cry, pezzo degli albori della band, presente in quel Romans Demo forse oscuro anche a parte dei fan della band, e poi la conclusiva Dreaming Of You, culmine dell’EP del 2012 da cui potremmo dire che tutto è partito, impreziosita da una piacevolissima coda piena di distorsioni in stile showgaze.
Le nuvole rimangono nel cielo dopo il live, ad accompagnare il senso di malinconia che ha accompagnato questo bel concerto. Oggi pomeriggio, invece, forse piove.
Speriamo.