Un frammento di memoria trovato per caso che ti si appiccica addosso divenendo fonte di lunghe elucubrazioni.
Accade di legarsi in modo anomalo a qualcosa rivestendolo di un significato inatteso capace di essere più suggestivo di qualsivoglia elemento fondante della propria esistenza. Un piccolo enigma che nasce dal nulla e del quale si rinuncia a trovare soluzione.
Da uno di questi oscuri lampi prende le mosse Pissing Stars, secondo lavoro solista di Efrim Manuel Menuck.
Partendo dal ricordo di una strana relazione amorosa tra una giovane presentatrice televisiva americana e il figlio di un venditore di armi saudita, che lo colpì profondamente durante l’adolescenza, il musicista canadese noto come parte fondante dei Godspeed You! Black Emperor e membro dei Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra costruisce un allucinato viaggio popolato da inquiete presenze e obliqui stati d’animo.
Una deriva sonica plasmata attraverso un’atmosferica sequenza di dilatate espansioni strumentali (The Lion-Daggers Of Calais, Hart_Kashoggi) e tracce scandite dalla sua voce modulata come sofferente e soffuso urlo che emerge da cupe distorsioni (Black Flags Ov Thee Holy Sonne, LxOxVx / Shelter In Place) giungendo soltanto occasionalmente a definire una forma canzone dai tratti maggiormente strutturati (A Lamb In The Land Of Payday Loans).
Frequenze elettriche e persistenze sintetiche si intrecciano costantemente generando sfocati ambienti lisergici nei quali aleggiano gli echi delle sonorità che abitualmente Menuck percorre nella sue attività condivise, specchio di un animo pervaso da un indissolubile senso di penetrante angoscia.
Un disco abrasivo, privo di immediatezza e di non semplice fruizione, capace di lasciare un segno profondo a chi vorrà accostarsi ricettivamente al suo arcano mistero.