Vieri Giuliano Santucci per TRISTE©
Lo volevate il caldo?
Bene, è arrivato. Tantissimo. Tutto insieme. Non ho fatto in tempo a piegare le maglie di lana (sì, ovviamente le avevo ancora sotto mano), che già ho dovuto tirar fuori i pantaloni corti.
Questo a discapito di un sacco di capi d’abbigliamento che, grazie al cambiamento climatico, risultano utilizzabili praticamente una mezza giornata a Maggio e qualche settimana a fine Ottobre (andatevi a vedere questa ottima vignetta del New Yorker).
Perchè, come recita l’adagio, le mezze stagioni non ci sono più.
E allora se caldo deve essere sarebbe anche bello potersi togliere di dosso tutto il peso dell’inverno e lasciarsi trasportare dalla leggerezze dell’estate e delle sue notti. Fare come quando finiva la scuola e non pensare per mesi a nulla se non al mare.
Sarebbe bello, sì. Ma ancora sono intrappolato in città con un sacco di lavoro da fare. E allora almeno la musica deve portarmi lontano. Il debut album degli Empath, uscito un mesetto fa per Get Better Records, sembra fare al caso mio.
Nove canzoni che si accavallano una all’altra in cui il quartetto di Philadelphia ci trascina fuori da casa con un noise pop in cui lo-fi, punk e shoegaze si mescolano in una miscela straniante e perfetta.
Sin dal pezzo che apre il disco, Soft Shape, la band mette in chiaro quelle che sono le caratteristiche della sua produzione: melodie catchy, abbondanti synth e il bellissimo cantato “sghembo” e tanto 90’s di Catherine Elicson.
Ma, volutamente, gli Empath non danno mai totale compimento al loro gusto pop: le melodie sono passate nel riverbero o interrotte, come a richiamare una continua incertezza e incompletezza. Che è un po’ quella delle serate estive.
E poi arrivano pezzi più tirati Pure Intent o Rowling, pura carica dream punk (termine credo inventato ora da me), che un po’ ricordano la post-adolescenza (ormai è tutto post-“qualcosa”). Ma è Roses That Cry che mescola alla perfezione tutte le suggestioni e tutta la grinta degli Empath.
Quindi, sia che siate già al mare o che ancora siate a patire il caldo delle strade di città, la sera salite in macchina, mettete su Active Listening: Night on Earth, e correte lontano da tutti i vostri pensieri.