Vieri Giuliano Santucci per TRISTE©
Nella sua più recente recensione su queste pagine, Francesco Amoroso ci racconta di come ormai tutto corra velocemente: di come il passato più prossimo diventi vecchio in poche ore e di come l’unica cosa che conta sia il “Qui ed Ora”.
Credo la situazione sia ancora peggiore. Se l’Hic et Nunc di Orazio (o il Da-sein di Heidegger) sollecitavano infatti a prendere consapevolezza del momento in cui stiamo vivendo (e delle proprie azioni) senza essere intrappolati nel passato o nel futuro, quello che invece subiamo oggi è una continua estraneazione dal luogo in cui siamo, il Qui, grazie alla tecnologia, e da quello che stiamo facendo, l’Ora, grazie ad una continua proiezione ansiogena verso il Dopo.
Ed anche in ambito musicale, per recuperare il discorso di Francesco, la tendenza è quella di rincorrere l’hype (una aspettativa per quello che ancora deve arrivare), mentre nel momento in cui un disco esce, già pensiamo di non avere più tempo da dedicargli.
Tutto questo a discapito della qualità dei nostri ascolti (e delle nostre vite).
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