Great Grandpa – Four of Spades

Vieri Giuliano Santucci per TRISTE©

Non sono mai stato un grande amante delle carte.

Non che non abbia passato del tempo a giocare a briscola in 5 (“briscola bugiarda” dalle mie parti) d’estate al mare, a scopone scientifico o pinnacola con i miei genitori nelle serate invernali.

Ma, ecco, se posso scegliere preferisco altri intrattenimenti.

Nonostante questo, il “quattro di spade” non può che richiamarmi alla mente una delle quaranta carte del mazzo napoletano (di origine spagnola, come le carte piacentine). Il 4 di spade è simbolo di degenza nella simbologia complessa partenopea ma per estensione, anche di letto: mettersi “a quattro di spade” vuol dire infatti andare a dormire o, comunque, riposarsi. Scopro invece che nei tarocchi tale carta indica la necessità di fermarsi a riflettere, specialmente dopo un momento di difficoltà, per prendere una decisione.

Non so quale a significato guardassero i Great Grandpa quando hanno intitolato Four of Arrows (sì, “arrows” vuol dire “frecce”, ma la carta è quella…) il loro secondo album per Double Double Whammy, ma io probabilmente avrei davvero bisogno di un mix di tutti quelli elencati.

Il quintetto di Seattle torna dopo due anni dal suo esordio (Plastic Cough) con un disco di undici tracce per cui la definizione indie-rock sembra (una volta tanto) poter essere indicativa di qualcosa.

Se le chitarre si distorgono (Treat Jar) e le voci si intrecciano tremolanti già dalla canzone di apertura (Dark Green Water), quello che caratterizza questo album rispetto al precedente è una dimensione più intima (riflessiva?), che pervade tutte le tracce. Se in alcuni tratti le sonorità sembrano richiamare Waxahatchee, pezzi come Mono No Aware, Bloom e Rosalie mostrano la vena più pop della band statunitense.

Diviso a metà dallo strumentale di solo piano Endling, questo disco raggiunge le sue vette nella già citata canzone iniziale, nell’ottima Digger e nei due pezzi conclusivi: Split Up The Kids e Mostly Here sono due ballads lo-fi estremamente struggenti che lasciano il perfetto agrodolce in bocca per concludere l’ascolto.

Non so voi che rapporto avete con le carte, ma se pescate un quattro di spade potrebbe non essere un evento negativo.

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