Great Grandpa – Four of Spades

Vieri Giuliano Santucci per TRISTE©

Non sono mai stato un grande amante delle carte.

Non che non abbia passato del tempo a giocare a briscola in 5 (“briscola bugiarda” dalle mie parti) d’estate al mare, a scopone scientifico o pinnacola con i miei genitori nelle serate invernali.

Ma, ecco, se posso scegliere preferisco altri intrattenimenti.

Nonostante questo, il “quattro di spade” non può che richiamarmi alla mente una delle quaranta carte del mazzo napoletano (di origine spagnola, come le carte piacentine). Il 4 di spade è simbolo di degenza nella simbologia complessa partenopea ma per estensione, anche di letto: mettersi “a quattro di spade” vuol dire infatti andare a dormire o, comunque, riposarsi. Scopro invece che nei tarocchi tale carta indica la necessità di fermarsi a riflettere, specialmente dopo un momento di difficoltà, per prendere una decisione.

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Bad Sav – Bad Sav

Bad Sav

Francesco Amoroso per TRISTE©

Per quanto una persona non madrelingua possa essere ferrata con l’inglese, ci saranno inevitabilmente molte parole, sfumature, significati reconditi, che gli rimarranno oscuri e incomprensibili.

Il fatto che una parte del significato di quanto fruisco quotidianamente sia lost in translation è una realtà scomoda e fastidiosa della quale, ascoltando per lo più musica cantata in inglese (o in americano, australiano o neozelandese, per quanto come direbbe la Regina: “There is no such thing as ‘American English’. There is English. And there are mistakes.”), mi sono da tempo fatto una ragione.

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Rolling Blackouts Coastal Fever – Hope Downs

Francesco Amoroso per TRISTE©

Quando arriva l’estate sento (sentiamo tutti?) il bisogno di scrollarmi di dosso un po’ di quella cappa di malinconia e ombra che il lungo inverno ha steso su di me (con inevitabili strascichi anche nella primavera).

Con gli abiti pesanti provo a mettere in soffitta anche, almeno in parte, l’attitudine negativa e tento (non sempre con successo) di farmi influenzare dal sole e dalla luce che ci accompagna fino a sera inoltrata.

Inevitabilmente tale atteggiamento (o, meglio, tale tentativo, spesso destinato a fallire miseramente) si riflette anche sulle mie scelte musicali: così, se l’inverno è fatto per atmosfere più meditative e introspettive, mi piacerebbe tanto, almeno d’estate, godermi un po’ di sano indie chitarristico, di quelli che, per una volta nella vita, ti spingono a canticchiare e a battere il tempo.

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Fairy Godmother – Attic Space


Vieri Giuliano Santucci per TRISTE©

Pensavate che fosse arrivata la Primavera?

E invece no. Un’altra ondata di basse temperature è arrivata dal nord e dovremo rimandare le scampagnate ancora per qualche tempo. Io, per esempio, lo scorso week-end ero a Brussels e le massime raggiungevano la temperatura di -1. Un’ottima scelta prenotare con 2 mesi di anticipo.

Ma se il clima invita a stare ancora al caldo tra quattro mura, la cosa migliore è ascoltare un po’ di musica.

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Black Tail – One Day We Drove Out Of Town

Francesco Giordani per TRISTE©

Ho un vecchio sogno nel cassetto. Quello di dedicare una parte della mia vita, prima o poi, alla messa a punto (e alla successiva esecuzione) di “collaudi” discografici.

Che so: fare il bagno di notte in una piscina, dimenticandomi una camicia, come in Nightswimming. Leggere Wilde assieme ad una fidanzata in un cimitero come in Cemetery Gates. Unirmi ai latitanti in fuga di Band on The Run.

Cose del genere.

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