
Matteo Maioli per TRISTE©
“I see her through the ages
She’s a book of a thousand pages
That you can thumb
Images of her are vivid
Her beauty has not withered
From her entrance in chapter one”
Ho iniziato a conoscere meglio Robert Forster leggendo il suo memoir “Grant And I” (Penguin/JImenez, 2016).
È un libro che riprendo in mano spesso, nel tentativo di penetrarne meglio i segreti, per colpa del mio inglese arrugginito, ma quando lo faccio finisco sempre per pensare sia tutto già detto già nelle canzoni che Forster ha scritto, da solo e con The Go-Betweens: brani magnifici, talvolta arrabbiati, intensi, pieni di sfumature e emozione.
Nel libro, piuttosto, trovo i dettagli della sua vita, come a pagina 208, dove Robert racconta l’incontro con Karin Bäumler, futura moglie e partner musicale, durante (l’ultima) tournèe dei Go-Betweens in supporto ai R.E.M., Dopo la data di Dusseldorf del 9 Maggio 1989, a causa annullamento dello show a Monaco dovuto a un problema di salute del bassista Bill Berry, i due, che si erano conosciuti la sera prima, approfondirono la loro conoscenza in hotel e si mettono insieme.
L’ottavo album solista di Forster, uscito per la tedesca Tapete, The Candle And The Flame, parla delle loro esistenze minate dalla diagnosi di un brutto tumore a Karin, con la necessaria chemioterapia ad alternarsi alle sedute di incisione.
Alle loro voci si uniscono i figli Loretta e Louis Forster (The Goon Sax) alle chitarre, Adele Pickvance e Luke McDonald al basso e la violinista Chrissy Dunaway Reilly – istruita dalla stessa Karin – per nove canzoni che alternano ballate celtic-folk in stile Waterboys (The Roads) al Bob Dylan più romantico di Tender Years, non dimenticando l’underground australiano di cui Robert è stato protagonista quanto l’enorme catalogo Flying Nun nella pulsante Always o nella corale It’s Only Poison dove evidente è anche l’influsso di John Lennon.
Go Free ha invece il sapore del Lou Reed di Transformer e di quel periodo glam immortale.
Il tempo si è fermato per Robert, con i problemi che sta vivendo la sua famiglia, come per me, che attendo di tornare al mio lavoro tra giornate piovose, in qualche luogo qui vicino disastrose, e spesso interminabili.
“It’s not profound it’s what I found/A scrap of paper in the gutter/I scooped it out I read it loud/What You do it matters”: in questa fermata del viaggio cerchiamo entrambi di riflettere sul senso delle cose.