Oggi è un grande giorno. Non lo direi mai di un lunedì mattina, ma dato che stasera preparerò le melanzane alla parmigiana e che probabilmente uscirà il nuovo video dei Daft Punk, sono proprio contento.
Ma non è finita qui, sto ascoltando Mosquito degli Yeah Yeah Yeahs e non mi rendo conto che il sole che ieri illuminava la terra di Albione è scomparso: tutto merito del quarto lavoro della band Newyorkese.
Avete già ascoltato il primo singolo “Sacrilege“? Un gran bel pezzo, che regala anche un ottimo incipit all’album. La tracklist poi si sviluppa abbassando l’intensità delle chitarre fino a risvegliarsi al numero 7 (Area 52) per un occasione sola, come ai tempi di Fever to Tell, ma dato che ormai non c’è più nessuna febbre in giro e che gli anni (fortunatamente) passano per tutti, si ritorna al futuro.
Ripercorrendo la carriera degli YYYs, siamo passati dal punk/alt-rock degli inizi al folk/alt-rock di Show Your Bones fino all’elettro/alt-rock introspettivo di It’s Blitz senza che si perdesse mai un centesimo di qualità e con almeno 3 canzoni per disco a ritagliarsi un posto nel album dei nostri ricordi più cari.
Mosquito a questo punto rappresenta probabilmente il punto di svolta (canto del cigno?) per la band che invece di scoprire nuovi sound, decide di iniziare ad avvicinarli da angoli diversi, cercando di sfruttare pienamente la creatività della leader.
Chi si sarebbe mai aspettato Wedding Song? Canzone dell’album, del mese e forse dell’anno.
Voto 8. Il disco perfetto per chiudere un cerchio iniziato nel 2003. Che gran bel Lunedì.
P.S.: mi scuso per la qualità non eccelsa del video qui sotto, ma non potevo non mettere questa canzone.
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