Io ho problemi di iperattività entusiastica: ho rivisto i voti dati agli album che ho recensito quest’anno, tutti alti, ma sono tutti dischi splendidi. Fare il punto della situazione e farlo con obiettività non sarai mai una delle mie “strong skills”.
La mia Top 5, di per sé, è una top 15, per questo sono stato costretto a modificarla e farla diventare una top 10 (spero apprezzerete lo sforzo). La mia lista finale ha, quindi, un mare di premesse, tante quanto i sillogismi mentali e le restrizioni/filtri che ho dovuto applicare per venirne fuori con una classifica meritocratica.
Eccola:
10 – CHVRCHES – The Bones of What You Believe: il primo amore non si scorda mai, vero Lauren?
9 – Parquet Courts – Light Up Gold: energia, attitudine punk e tanta bravura.
8 – Jon Hopkins – Immunity: disco elettronico dell’anno.
7 – Laura Marling – Once I was an Eagle: Laura Marling diventa classico ed un punto di riferimento per il folk contemporaneo.
6 – Washed Out – Paracosm: qui si premia il concept e due o tre pezzi stra-ordinari (It All Feels Right, All I Know, Falling Back su tutte).
Ed eccoci arrivati nelle zone calde:
5 – Anna Calvi – One Breath: tanta classe e un suono un po’ meno cupo rispetto al debut album.
4 – Mikal Cronin – MC II: un album da Top5 sin dal primo ascolto
3 – Mutual Benefit – Love’s Crushing Diamonds: ma quando mai si è visto un disco del genere venire fuori dal nulla?!? 7 pezzi, 7 perle.
2 – Arcade Fire – Reflektor: alcuni pezzi sono incredibili ed altri belli, ma meritano ad ogni modo la top 3 secondo me.
1 – The National – Trouble Will Find Me: motivo semplice, sono i The National.
Ci sono tanti altri dischi che però meritano di essere menzionati, come ad esempio i Los Campesinos, Darkside, Factory Floor, Babyshambles, James Blake, Volcano Choir, Groenland, Sweet Baboo, The Veils, Kurt Vile, Yeah Yeah Yeahs, Daughter e Local Natives, e questo spero serva a farvi un’idea del perché fare una top5/10 sia sempre un processo molto lungo e difficile.
Ad ogni modo, la lista finale – come per l’anno scorso – non è una classifica assoluta, piuttosto: “Noi pensiamo che un album, per essere considerato tra i “Best of:” debba essere bello tutto. Meglio un disco con tutti pezzi da 7,5 che uno con due pezzi da 9 e otto pezzi da 6 scarso”.
Nel frattempo, Have A Nice Christmas e speriamo che la lista di #TristeRoma, non sia tanto diversa dalla mia! eheh
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