E’ appena passato il giro di boa di ferragosto e (almeno per me) si materializza pian piano il ritorno verso la città (Roma).
Ma in questa coda estiva c’è ancora tempo per un pò di buona musica “dalle vacanze”. Oggi vi parliamo della prima delle tre serate di un festival che da qualche anno si tiene a Marina di Carrara: il Carrararocknrolla Pollege Festival (sì, il nome è un pò lunghetto). Headliner della serata, Aucan.
Un festival con serate molto eterogenee (dal rock all’elettronica, passando per il raggae) che oltre a qualche band locale riesce a portare sul palco interessanti gruppi del panorama italiano. Tutto questo in una cornice suggestiva: sulla spiaggia di Marina di Carrara, spalle al mare e sguardo rivolto verso le vicinissime Alpi Apuane (sì, quelle del marmo).
Quando arrivo, sul palco stanno suonando i Machine Overdrive, gruppo pisano dalle spiccate influenze elettroniche (con sguardo alla dubstep), capace di mostrare più di una intuizione interessante e coinvolgente (nonostante l’eccessiva lunghezza di qualche pezzo. Ma questo è dovuto anche al fatto che non posso dirmi un amante del genere).
Dopo di loro Do Nascimiento, band Emocore (quello serio) DIY e altre etichette a vostro piacimento con all’attivo un album omonimo (interessante) targato 2011. Non è la prima volta che mi capita di vederli: tanta grinta e pochi fronzoli. Questa sera, forse a causa di un pò di ruggine addosso, un pò sottotono, ma sempre e comunque onesti fino all’osso.
E’ quindi il turno di una band locale: Asino. Loro sono un “duo ignorante e testardo” (autodefinizione) che ti tira in faccia un rock/noise Crudo (come il loro primo album) e (a volte) un pò sconclusionato. Ma molto molto incisivo. E devo dire che benchè vi sia ancora un pò di “confusione” nell’approccio del duo, penso che Asino sia una piacevolissima scoperta dalle molte potenzialità. Soprattutto se saprà crescere e guardare un pò di più alla melodia (in verità già presente nei pezzi. Ben nascosta, ma presente). Aspettiamo con curiosità il loro nuovo lavoro per la prova di maturità.
A chiudere la serata sono infine gli Aucan. La band di origini bresciane arriva da anni intensi in cui ha saputo marcare il proprio successo in Italia ed anche all’estero. Nati con un’impronta molto più noise di quella attuale, il gruppo oramai è un concentrato di synth/elettro/rock (non possono non venire all’orecchio i richiami à la Klaxons, Does It Offend You, Yeah? e, in parte, Soulwax) che vira decisamente verso la dance, la dub, e persino la techno, tutto sparato ad alti volumi e (soprattutto) altissima precisione.
Forse gli Aucan non sono il gruppo che ti ascolti a casa sul divano mentre sorseggi un whisky (almeno, non io), ma a prescindere dai gusti personali la band dal vivo è travolgente e, soprattutto, coinvolgente: i ritmi sono serratissimi e continui, sempre sul limite ma senza mai scadere nel banale. Impressionante è, principalmente, la grande energia messa sul palco e diffusa nel pubblico con i loro pezzi. Tra tutti, vi segnaliamo la recente New Day Raising: difficile stare fermi.
Un ottimo live per concludere questa bella serata sulla spiaggia. Un bel festival che vi consigliamo (se siete di passaggio tra Versilia, Liguaria e zone limitrofe) di tenere in considerazione (anche perchè è gratis, cosa che non fa mai male).
Ora mi godo le ultime giornate di mare. Poi si torna a Roma. E alla fine, devo ammettere, un pò mi manca. A parte l’Atac. Quella no.