The Very Most li scoprii grazie alla loro cover di It’s Not Unusual, quella di Tom Jones resa famosa da Carlton Banks. Non so nemmeno per quale motivo riuscii a trovarla. Probabilmente feci quello che l’altro giorno ho fatto per Cupid di Sam Cooke. Pezzo da brividi, Cupid.
Uno di questi giorni scriverò una lettera a qualcuno. Mi ricorderò di farlo, un po’ come, alla fine, mi sono ricordato di parlarvi di loro, The Very Most.
The Very Most sono una band americana da Boise, Idaho che per propria ammissione vengono definiti Neat. La loro etichetta è la My Little Owl di Bristol ed infatti come si potrebbe non individuare un’influenza British-Twee-Pop nel loro sound? Lasciando perdere le definizioni finto-liberal-hipster, il loro sound suona fresco, divertente e piacevole.
Tutto il contrario di quello che uno dei loro brani lascerebbe pensare: About Forgetting. No, facciamo fatica a toglierci dalla testa i dolcissimi ritmi di Oh Maisy! con quei riff così smielati da iniezioni di insulina, oppure i 2.46 velocissimi di Things Too Obvious To Sing, la canzone che da il titolo all’EP e che, come nella maggior parte è un concentrato di mindblowing-sound sotto i 3 minuti.
Mind-blowing perchè è quello che succede quando ti ritrovi in un attimo a pensare ad altro, trasportato dalle semplici ed efficacissime melodie messe in scena dal sestetto (7 se si conta Winnie The Pooh) dell’Idaho.
A proposito, dove si trova l’Idaho? The Very Most obvious question.