Una cosa che mi pento di non aver mai imparato a fare (c’è sempre tempo, per carità…) è quella di surfare. Nonostante sia nato e cresciuto in riva al mare, non mi sono mai dedicato a questa attività.
Devo ammettere però che vedo con maggiore interesse il surf ora di quando ero un ragazzino, quando forse l’idea di surfare nel mar tirreno non era proprio la cosa più entusiasmante del mondo.
Quando ho letto il nome dei Surf Vampires su bandcamp, il primo riferimento che mi è venuto in mente è quello dei Surfer Blood, band californiana diventata famosa sei anni fa per il prorpio album d’esordio e soprattutto per Swim, il “singolone” del disco.
In seconda istanza, questa volta più per i “vampiri” che per il “surf”, mi è arrivato in testa il nome della ben più famosa band di Ezra Koenig. Insomma, in un modo o nell’altro, geolocalizzavo i Surf Vampires negli Stati Uniti e d’intorni.
E invece i quattro giovani musicisti provengono dal Brunei, il Sultanato di circa 400,000 abitanti situato nel Borneo. Ovviamente già solo per questo fatto non potevamo non fare una review della band.
Oltretutto Cohabitation, il loro secondo EP che segue a distanza di un solo mese Lush, è un interessante album di delicato dream pop che sembra essere perfetto per accompagnare le prossime serate estive. Possibilmente in riva al mare.
Composto da 7 pezzi, Cohabitation è ricco di chitarre indie-pop che si accompagnano a richiami shoegaze, ma sempre dando grande spazio alla melodia e senza “sporcare” troppo i suoni.
Se in qualche momento viene dato più spazio anche ai synth (l’iniziale Bloom e Just Like This) è con Dear Violet che la band raggiunge il punto più alto dell’EP, azzeccando perfettamente melodia (dolcemente malinconica) e arrangiamento del pezzo.
Non so quanto surf si faccia nel Brunei, ma questi ragazzi sembrano poter fare un sacco di strada sulle loro “onde sonore”.
Io nel frattempo continuo a guardare le onde del mare rimpiangendo di non aver ancora imparato a cavalcarle con una tavola sotto i piedi.