“E delle sere a strappare i biglietti c’è un assessore, delle sere Jukka Reverberi…” cantava Max Collini ai tempi del debutto degli Offlaga Disco Pax.
La canzone era Piccola Pietroburgo, forse il punto più alto di Socialismo Tascabile. E il progetto Spartiti è in un certo senso un “ritorno a casa”, una casa forse mai lasciata almeno da Collini, e una colpa non gliela si può fare: se il tuo mondo è quello e ti viene bene descrivercelo..avanti così.
Il disco si chiama Servizio d’Ordine: molto emiliano, molto “parrocchia” del PCI se vogliamo. Ma dentro c’è dell’altro.
Prima di tutto le storie recitate di Collini, che partono da quella “base” (in tutti i sensi) come era ai tempi degli Offlaga Disco Pax, si muovono tra, sì, un immaginario se vogliamo austero ma con quel tocco di leggera ironia, a volte amara, a volte meno, che da colore al tutto.
La parte strumentale delle tracce, gestita in toto da Jukka Reverberi, prende in prestito l’esperienza acquisita negli anni con i Giardini di Mirò, con un occhio anche a suoni più minimali (l’ironica e bellissima Elena e i Nirvana, ad esempio) e ritmi leggermente più sincopati (Servizio d’Ordine).
Servizio d’Ordine sfuma in Qualcosa Sulla Vita, con la sua coda rumorosa, un omaggio ad Emidio Clementi (che sul tema spoken word in duo ha avuto il suo da dire quest’anno con il progetto Sorge).
Si aspettava (nuovamente) al varco il progetto Spartiti dopo anni di attività sui palchi a seguire la prematura fine degli Offlaga Disco Pax: questa Emilia ironica, austera ed eterna ha ancora molto da raccontare.