Emanuele Chiti per TRISTE©

La scoperta di un nuovo posto dove poter condividere e ascoltare musica dal vivo è sempre un’ottima notizia: in un martedì di fine marzo ci avventuriamo per la prima volta all’interno dello Spazio Diamante, piccolo ma accogliente teatro ai più sconosciuto sulla Via Prenestina, in quella Roma Est fulcro della scena romana più o meno indipendente.

Situazione assolutamente promossa, per accoglienza, suono e intimità.

La serata è dedicata alla più internazionale delle nuove leve “indie” italiane, Any Other, il cui ultimo album Two Geography è stato pubblicato dalla 42 Records lo scorso anno. Questo è il primo e vero concerto di Adele Nigro (questo il suo vero nome) e band a Roma, se si eccettua l’apparizione allo scorso Rome Psych Fest.

Insieme a quello dei C’mon Tigre di qualche settimana prima, il live di Any Other conferma che anche in Italia se vogliamo possiamo offrire proposte, che non siano di elettronica o jazz, di stampo anglosassone restando pienamente credibili e non scivolando nel patetico.

L’interpretazione di Adele alla voce è qualcosa di magnetico, di trascinante e di vivo (e la pronuncia è impeccabile, regola numero 1). La band che l’accompagna, formata da tastiera, basso e batteria mantiene il passo e ad impressionare è soprattutto la sezione ritmica (qualcuno faccia i complimenti alla batterista da parte mia perché il tocco era qualcosa di sopraffino).

Un set breve concentrato prettamente sull’ultimo disco, con poche divagazioni, che non concede spazio ad alcun bis (per una precisa scelta) ma si chiude (in modo dirompente ed elettrico) con due brani dal disco precedente del 2015 (Silently. Quietly. Going Away.).

Il pubblico unanime apprezza: abbiamo un nuovo bel posto dove fare concerti a Roma e la nostra Waxahatchee, anzi forse meglio.