In linea di principio sono estremamente favorevole all’utilizzo dei mezzi pubblici, specialmente in città. E visto che voglio che i miei principi guidino le mie azioni, cerco di vivere come in qualsiasi capitale europea. Però abito a Roma. E per raggiungere Villa Ada Mercoledì sera è stata una piccola odissea.
Il solito stress-da-atac è stato però ampiamente ripagato: per Villa Ada Roma Incontra il Mondo c’erano i Timber Timbre e per un po’ mi scordo del fatto che debba anche riuscire a tornare a casa.
Il quartetto canadese (ah, il Canada…) capitanato da Taylor Kirk arriva a Roma dopo la pubblicazione, nello scorso Aprile, del quinto lavoro in studio, il bellissimo Hot Dreams. Con il loro folk/blues intriso di sperimentazione e psichedelia sono da tempo uno dei più interessanti progetti in circolazione e questo live conferma ampiamente tale impressione.
Il retrogusto “fifties” delle ritmiche e della voce di Taylor Kirk (che si sposta con personalità tra richiami di Elvis e Nick Cave) viene mescolato ai suoni ricercati e distorti che caratterizzano il lavoro della band.
Il live è molto intenso e basato fortemente sul cantato del frontman: alternando pezzi del nuovo disco (tra le altre voglio sottolineare la bellissima title track e Beat the Drum Slowly) a quelli del passato (la splendida Woman, benchè leggermente rivisitata, mi è rimasta in testa fino ad oggi) la band mostra tutto il suo spessore e le proprie capacità.
Quello che risalta maggiormente in questo live (in modo più marcato rispetto alle versioni su disco) è il forte taglio blues di molti dei pezzi della band: una canzone come l’ottima Black Water è un buon esempio di questa “vena”, capace nei vari pezzi di mescolarsi contemporaneamente a melodia e sperimentazione.
Un bellissimo concerto in una location sempre suggestiva. Nonostante qualche goccia di pioggia (più di qualche goccia dopo il live…). E nonostante il dover tornare a casa: alla fine mi sono affidato al car sharing. I notturni dell’Atac sarebbero stati veramente troppo anche per me.
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