Guida a Glastonbury

Eccola, la guida che vi avevo promesso qualche giorno fa, è pronta. Premetto che si possono trovare un milione di tips e guide in giro per il web, quindi ho deciso di farne una che racchiuda le cose più importanti da sapere quando si affronta un festival del genere: una parte diciamo teorica in cui cercherò di rendere bene l’idea di Glastonbury come festival/esperienza, l’altra una guida pratica al campeggio che può essere estesa a qualsiasi altro festival. Diciamo festival inglese, dato che sono gli unici dove sarete costretti a campeggiare.

Triste logo

Glastonbury è stato creato da Michael Eavis nel 1970. La prima edizione del Festival, alla modica cifra di £1 (che si aggira attorno ad un valore di £15 attuale) vide come headliner The Kinks e i T.Rex, praticamente band eccezionali nonché due fra le mie preferite di sempre. Così giusto per farla un po’ meno personale.

Ora, non è vero che la fermezza premia sempre, ci sono tanti festival che pur mantenendo sempre fede alle proprie promesse iniziali, si sono visti costretti a mollare, a spostarsi in location diverse, a non trovare mai il successo che meritavano. Soprattutto in Italia.

A Michael Eavis per una serie di coincidenze, è andata bene, e adesso sfido chiunque a trovare un festival del genere, con un’attitudine tanto mainstream quanto hippie: Glastonbury è una cittadina di buone intenzioni. La gente sorride, c’è pieno di freaks che ti offrono i succhi di frutta fatti in casa e che ti cucinano il curry con i forni eco-sostenibili, ti offrono massaggi e si meravigliano quando, dopo essersi gentilmente offerti di farvi una foto col vostro telefono, non sentono il click (true story).

Poi, differenza di molti altri festival, pure nei tendoni dance, non ci sono derelitti sfasciati, ma tutta quella carica che spesso confluirebbe in aggressività, si tramuta in positività. Vi assicuro che non ho fumato niente, né oggi, né durante il festival.

E poi le famiglie, come si fa a parlare di Glastonbury senza pensare alle famiglie? Giusto per dire, c’è pieno di carrozzine e bambini, di spazi studiati per farli divertire, come quello vicino all’area di Greenpeace con un galeone gigante e una venue a forma di palla in cui si può vivere un’esperienza quasi reale nei ghiacci artici in 3D guidati dalla magnifica narrazione di Sir David Attenborough ( se non sapete chi è, prima vergognatevi e poi pensate ad un Piero Angela inglese).

Già le famiglie, perché a prima vista si capisce subito che l’età media del festival è più vicina ai 30 che ai 20, e poi siamo in Inghilterra: la gente fa la fila per prendere i panini, andare al bagno, prendere l’acqua dalle tantissime fontane che distribuiscono (gratuitamente!!) acqua potabile. Anche per prendere la birra, da sbronzi. Così come vedrete tante persone andare al Pyramid stage con la sedia pieghevole e mettersi lontano dal palco a godersi lo show.

Un’esperienza unica, inimitabile che magari avrete la fortuna di vivere. Già perché nel frattempo, la voce si è sparsa un po’ troppo. Trovare i biglietti è diventata un’impresa epica, quest’anno hanno venduto 300.000 biglietti in poco più di un’ora, per avere la possibilità di provare a prenderli bisogna registrarsi con largo anticipo e fornire foto e dati personali (per evitare bagarinaggio) e sperare di avere la fortuna di poter accedere in tempo alla pagina delle vendite.

Insomma in bocca al lupo Io me li farò dare come al solito da Michael! ahahahah

Ah, quasi mi dimenticavo, ecco la seconda parte: la guida pratica a Glastonbury. Per renderla ancora più handy, potete scaricare il pdf Guida TRISTE a Glastonbury.

 

 

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