Ci sono artisti che più di altri ti entrano dentro. Ma se a volte ci sono dei motivi (un ricordo, un momento o un periodo della tua vita) per questo stretto legame, altre volte non sapresti dire il perchè di tanta passione.
Io non lo so di preciso perchè da molto tempo le note (e soprattutto le parole) di Tim Rutili mi causino i brividi. Forse è semplicemente il fatto di trovarsi di fronte ad un grande artista. E trovarlo di nuovo a Roma, questa volta per Unplugged in Monti, è una immensa gioia.
Quasi un anno fa Tim era infatti nella capitale (il report del live lo trovate qui). Il nuovo, bellissimo, disco targato Califone (Stitches) era uscito da pochi mesi e l’attesa del live fu ripagata pienamente. Ma ancora più emozionante è stato il concerto di due giorni fa, forse anche grazie all’atmosfera accogliente (dove ormai ci sentiamo un po’ come a casa) del Black Market.
Cambiano i compagni di viaggio (questa volta con lui sul palco ci sono Joe Westerlund, Ross Andrews e Wally Boudway) ma non cambia la sostanza. Un live coinvolgente dove il folk “sporcato” da anni di sperimentazione di mr. Rutili risplende in tutta la sua intensità.
A giocare un ruolo principale sono ovviamente i pezzi di Stitches (da brividi la splendida title track, ma sarebbe lungo l’elenco: Movie Music Kills a Kiss e Magdalene, tra le altre, non sono da meno), ma c’è spazio anche per pezzi del passato, spesso rivisitati e “allungati” da assoli stridenti, slide e riverberi.
E così Tim ci delizia con la bellissima cover di The Orchids (pezzo degli Psychic TV. Non voglio aprire la discussione su quale versione sia la migliore. Io sono particolarmente affezionato a quella targata Califone, ma forse sono di parte), con Spider’s House (altra canzone che amo paricolarmente) e con Don’t Let Me Die Nervous.
Ma questi sono solo alcuni dei pezzi che il signor Rutili e la sua ottima band ci presentano durante la serata. E quando arriva il momento di Funeral Singers l’emozione di ascoltare questo pezzo, alla distanza di un braccio allungato, è talmente forte che quasi devo trattenere le lacrime.
Eh già, sono proprio un sentimentale. Ma a volte la musica tira fuori tutto quello che hai dentro. Anche se non sai bene il perchè.
P.S. Come molte altre volte per questi live di Unplugged in Monti, ringrazio Carmen per i pezzi registrati.