Peppe Trotta per TRISTE©

Puntuale come ogni anno è tornato il freddo ed insieme a lui la scarsa propensione ad essere produttivi. L’inverno attutisce i sensi e congela, almeno in parte, la creatività.

Quel che è certo è che come sempre passerà e bisognerà approfittare del clima mite per darsi all’iperattività. La stessa che sembra aver recentemente investito i Beach House.

Dopo aver pubblicato quel piccolo gioiello che è Depression Cherry, il duo di Baltimora torna a brevissima distanza pubblicando il loro sesto disco. Le coordinate su cui Victoria Legrand e Alex Scully si muovono sono le stesse del lavoro precedente, confermando così il ritorno ad una scrittura più essenziale e la rinuncia alle ritmiche marcate che avevano contraddistinto Bloom.

Thank Your Lucky Stars suona più come un prolungamento che come un nuovo capitolo vero e proprio ed in effetti molto probabilmente le tracce che lo compongono sono nate parallelamente a quelle di Depression Cherry.

L’atmosfera è sempre intrisa di quell’onirica malinconia immediatamente annunciata dall’iniziale Majorette,  che trova il suo apice in She’s So Lovely e che a tratti viene offuscata da suoni più taglienti come quelli che contraddistinguono la vagamente oscura One thing.

È un disco di qualità contenente alcune gemme preziose (Elegy To The Void, Somewhere Tonight), che però forse non splende al pari del suo predecessore, ma che certamente conferma la validità del percorso intrapreso.

Non ci resta che aspettare che l’inverno passi.