Francesco Giordani per TRISTE©
Sulla faccia di pochi animali il conoscitore può in ogni momento leggere così chiaramente lo stato d’animo come nel gatto: si capisce sempre ciò che gli passa per la testa, e sempre si può sapere quel che ci si deve attendere da lui il prossimo istante.
Konrad Lorenz, L’Anello di Re Salomone
Potrei raccontarvi tutta la storia della mia esistenza sommando le biografie dei numerosi gatti che hanno vissuto con me. Ma, state tranquilli, non lo farò.
Eppure, ascoltando la canzone If We Were Cats, che inaugura questo Bees Make Love To Flowers non ho potuto evitare di pensare a come ogni periodo della mia vita abbia sempre goduto della protezione di un silenzioso testimone felino che ne ha accompagnato le alterne vicissitudini, fino a diventare, retrospettivamente, una sorta di eterno custode del passato, di sigillo misterioso.
Le sieste estive di Faustino, la lunga fuga di Antonietto, gli amori di Leo, la generosità di Tigre, i romantici battibecchi di Nocciolina e Yanez. Ogni mia stagione ha avuto i suoi gatti a rappresentarla.
Roberto Ventimiglia è da tempo una firma di pregio del songwriting di Latina e dintorni. Approda a Bees Make Love To Flowers dopo numerosi progetti equamente spartiti negli anni fra rock e musica colta. Le sue nuove canzoni sono state scritte e registrate in solitaria, con la collaborazione, in sede di mixaggio, del compositore e pianista Roberto Attanasio.
Ventimiglia riversa nelle sei canzoni del suo ep un diario d’impressioni fugaci, schizzate a mano libera e plettro ancor più leggero. Brani come May e Just Fred (tra i più ispirati) librano il loro luminoso polline sonoro su paesaggi, eventi, persone scanditi in un tempo che può rivelarsi breve come un istante oppure lungo quanto una vita intera.
Nella filigrana della scrittura traspaiono predilezioni originarie per Nick Drake (Under Britain’s Sky) ed Elliot Smith (si senta l’eponima Bees Make Love To Flowers), a sostanziare una vena folk di delicata grazia e rarefatta melanconia.
Grazia e melanconia che ora guardo specchiarsi negli occhi azzurri e enigmatici di Yanez, il mio attuale gatto, è proprio qui, con me, mentre batto le dita sulla tastiera, anche se non potete vederlo.
Pingback: Roberto Ventimiglia – Raw | Indie Sunset in Rome