Francesco Giordani per TRISTE©
In un periodo di per sé già piuttosto nero per il cosiddetto rock d’arte (o “art rock”, dir si voglia) britannico, un album ispirato come Inside The Rose assume quasi le sembianze di una Speranza, con tutte le maiuscole del caso.
Caduto a brevissima distanza dalle quasi simultanee morti, davvero imprevedibili, davvero strazianti, di Mark Hollis e Scott Walker (quest’ultimo Americano per nascita, ma naturalizzato Inglese quasi per destino), il ritorno dei fratelli gemelli George e Jack Barnett ravviva infatti – e nel migliore dei modi – una certa idea, così profondamente inglese, di quella che, con fare un po’ temerario, potremmo ribattezzare “canzone aperta” e che, con ogni evidenza, molto deve, tra gli altri, ai due nomi illustri citati qualche rigo più sopra.
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