Vieri Giuliano Santucci per TRISTE©
Se penso alla mia infanzia, non ho un grande ricordo delle giostre.
Non che i miei genitori non mi ci portassero, ma già all’epoca avevo la tendenza a rompere le scatole. E a comportarmi come se avessi una 15ina d’anni in più della mia età anagrafica (vizio che nel tempo non ho quasi mai perso).
Nonostante questo, quando mi trovo a passare di fronte ad una vecchia giostra ne rimango sempre attratto: tanto è il fascino di un vecchio carosello e grande la sua potenza evocativa.
Così grande da poter farti rivivere un passato che non hai nemmeno vissuto.
Carousel è il nuovo EP targato Fog Lake, il progetto del canadese Aaron Powell di cui già vi avevamo parlato qualche anno fa su queste pagine. I 6 pezzi sono usciti a fine 2018, ma vengono pubblicato in formato fisico all’inizio di questo nuovo anno dall’ottima Z Tapes, sempre pronta a trasferire su cassetta interessanti novità musicali.
Già ai tempi di Victoria Park così come nel più recente album, Captain, uscito a Luglio 2018, Aaron ha sempre mostrato il gusto per atmosfere che muovendo dal bedroom pop, melodico e lo-fi, possano richiamare sonorità passate e un po’ nostalgiche.
In Carousel questa tendenza è spinta all’estremo. Dalla title track iniziale sino alla conclusiva years pass (con l’eccezione della strumentale e un po’ straniante waltzing), questo EP ci trasporta in un tempo lontano, sconosciuto alla maggiorparte di noi per ragioni anagrafiche (così come allo stesso Powell) ma al tempo stesso capace di rievocare vivide immagini e colori virati in tonalità seppia.
Non a caso uno dei tag aggiunti su bandcamp a questo EP è “doo wop”. Anche se forse il vero senso è quello di rievocare “ere” lontane, certo è che il cantato di pezzi come la title track o la bella loosing feelings richiama certe armonie vocali tipiche del genere sviluppatosi negli anni ’50 negli States.
Se la conclusiva years pass riesce ad aggiungere un tocco psichedelico al disco, il pezzo più riuscito sembra essere la bellissima (e cortissima) i’ll be around, in cui la voce di Aaron Powell si fa più calda ed emozionale ed accompagnata da un bellissimo riff di piano dà vita ad una splendida ballad dal sapore blues, interrotta bruscamente dopo appena 1’34” per sfociare in un finale lasciato proprio ai rumori delle giostre.
Un piccolo carosello questo EP, che dura solo 6 giri di giostra. Ma che saprà trasportarvi in un passato stranamente familiare.