Viviamo in una mondo distratto e veloce, in cui fermarsi anche per un solo istante e immedesimarsi in chi ci sta vicino, non è cosa semplice.
Stiamo forse perdendo l’innata capacità di essere empatici?
L’empatia è vedere con gli occhi dell’ “altro”, sentire con le orecchie dell’ “altro”; “sentirne” il dolore o la gioia.
E’ su questa capacità emotiva che girano i pochi ma intensi minuti di M for Empathy, terzo album dell’artista Texana Lomelda, pseudonimo di Hannah Read. Sedici minuti in cui Hannah racconta il bisogno di stare lontani e vicini dalle persone a cui si vuole bene.
Trapianta a Los Angeles, la Read gira in lungo e in largo per gli Stati Uniti, ma è in un viaggio di ritorno verso casa che scrive quest’ultimo lavoro appena uscito ad inizio Marzo.
Accompagnata dal fratello Tommy, la formula è semplice: piano, guitar and voice, tutto dosato delicatamente in stile indie-folk intimista, per un lavoro che più che un album sembra essere una demo di canzoni incomplete, brevi, che non superano mai i due minuti; “semplici” nella costruzione, come per il brano di apertura Talk, dove ad accompagnarla è solo una morbida chitarra.
E le parole si ripetono ossessive in Tell, come a volerne esaltare il senso (“Tell me what you’ve been through/ I can, you can”).
Nient’altro da dire se non che il tempo è relativo in fatto di emozioni, e di certo questo “shortissimo” album ve le regalerà: M for Empathy è l’album di fotografie di una persona qualunque, in cui ognuno di noi si può ritrovare