Andy Shauf – The Neon Skyline

Vieri Giuliano Santucci per TRISTE©

Sin dalla più tenera età, la cosa che più mi incuriosisce delle canzoni sono i testi.

Sarà perché inizialmente ascoltavo molti cantautori italiani o perché in seguito ho usato la mia passione per imparare, traducendo interi dischi, un po’ di inglese: sta di fatto che il mio orecchio tende a correre immediatamente alle liriche delle canzoni.

Credo che in tutto questo c’entri anche la mia passione per la lettura e, in generale, per le storie. E cosa sono le canzoni se non delle piccole storie messe in musica? (Beh, a dire il vero non proprio tutte le canzoni. E nemmeno tutte quelle che mi piacciono)

Non stupisce, quindi, come fino ad oggi i miei ascolti si concentrino spesso su quello che è il mondo del songwriting (nelle sue diverse declinazioni: dal folk all’americana, sino a quelle più pop). Nella maggior parte dei casi le storie si concludono nell’arco di una canzone e i diversi componimenti di un disco, seppur racchiusi nello stesso contenitore, sono un po’ come dei racconti brevi tra loro separati.

Ma ci sono casi in cui i dischi possono essere visti come dei veri e propri “romanzi”, in cui una storia viene portata avanti in modo progressivo dalla prima all’ultima canzone: è questo il caso di concept album come The Wall dei Pink Floyd, Tommy degli Who o Zen Arcade degli Hüsker Dü, tanto per citarne qualcuno di famoso. In altri casi, invece, benché non vi sia il filo cronologico di una storia a connettere i brani, a farlo è un tema, un mood che fa da cappello a tutti i componimenti.

La caratteristica del lavoro solista di Andy Shauf, già membro dei Foxwarren, sembra essere quella di proporre un mix tra le due suddette versioni di concept album. Nel suo precedente (ottimo) disco del 2016 il cantautore (songwriter, please…) canadese racconta diversi momenti e personaggi di una festa: The Party è come osservare un quadro di Bruegel, in cui spostandosi sulla tela si possono raccogliere dettagli diversi, storie diverse, ma tutte presenti allo stesso momento e tra loro in relazione.

Dopo una pausa di tre anni, in cui Andy si è riunito con i Foxwarren, il musicista di Regina (Saskatchewan) torna all’inizio di questo 2020 con un nuovo disco solista: The Neon Skyline, in uscita il 24 Gennaio per ANTI-Records. Questa volta la storia è quella del fallimento di una relazione, e di come le cose non potranno mai tornare come prima.

Il racconto è un po’ al passato (il “perchè è finita”) e un po’ al presente. Lo spunto è infatti il ritorno nella città natale del narratore, dove è tornata anche la ex (Where Are You Judy): da qui i “perchè” (Things I Do), i “se io” (Dust Kids, davvero bella), la speranza inevitabilmente disattesa di poter recuperare qualcosa (Try Again) e la finale partenza della ragazza (Fire Truck).

Come nel precedente album, Andy Shauf è bravissimo a tracciare dei sottili profili psicologici e degli affreschi di vita vissuta. E ancora una volta, nonostante il mood sia (forse in modo ancora più forte rispetto a The Party) marcatamente malinconico, il disco vive comunque di un sottile bilanciamento dove spesso sono le melodie di un pop dalle venature jazz un po’ retrò a fare da controaltare ai testi: Things I Do e soprattutto l’ottima Try Again ne sono un esempio.

Detto questo, voglio chiarire una cosa: The Neon Skyline è ANCHE un bellissimo disco da ascoltare. Andy Shauf si conferma un compositore capace, che riesce a trasformare un impianto fondamentalmente intimista (chitarra-voce) in un pop raffinato e per nulla banale.

Insomma, quando le storie hanno un’ottima colonna sonora, che cosa potremmo volere di più?

 

 

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