Hand Habits – Placeholder

Agnese Sbaffi per TRISTE©

Dalla mia unica (e non molto recente) lezione di Yoga mi porto dietro questa assurda convinzione che io in fondo, di meditazione, qualcosa ne so.

La sera, quando le luci sono spente e il gatto non occupa a sproposito il fondo del letto, tolgo il cuscino da sotto la testa, stendo la schiena, apro leggermente le gambe e le braccia girando i palmi verso l’alto, e respiro. Di pancia, lentamente e profondamente.

Partendo dal basso ventre fino al petto, e poi al contrario, espiro dal petto fino al basso ventre. Il movimento ripetuto e oscillante mi rilassa. Il piacevole sforzo del pavimento pelvico mi proietta verso distese infinite di dolci colline lussureggianti. Pieni e vuoti, alti e bassi che scivolano morbidi davanti i miei occhi chiusi.

Da questa posizione privilegiata posso credere di essere calma. E posso credere che anche Hand Habits lo sia.

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